“Il 7 marzo la legge che prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata di stampo mafioso (n.109/96) compie 25 anni”. Lo ricorda una nota stampa divulgata da Presidio Libera Foggia. “Pietra miliare lungo il travagliato percorso di lotta alle mafie e di riscatto sociale dalla loro oppressione. È una data che Libera vuole ricordare con forza, realizzando non un mero ricordo ma una mobilitazione, rivolta al futuro, perché tanto ancora è rimasto in sospeso da esigere un nostro attivo intervento. Lo faremo con la Fondazione Antiusura Buon Samaritano, l’Associazione ‘Giovanni Panunzio – Eguaglianza Legalità Diritti’, Link Foggia, Uds Foggia, Ottavia e SFoggia”.
“Finalità della legge – prosegue la nota – è restituire, tutte le volte in cui sia possibile, alla collettività i patrimoni confiscati alle organizzazioni mafiose per trasformare queste ricchezze illegalmente accumulate in un ‘bene comune’, ovvero luoghi in cui forme autogestite di cittadinanza attiva, incentrate sul volontariato, si adoperano a sostegno della collettività. Su questo, la città di Foggia annovera un caso eclatante, rimasto da tempo in sospeso! Risale a dieci anni orsono, infatti, l’avvio da parte del Comune di una procedura di assegnazione dello stabile presso la ex Via del Salice, Pod. 596, confiscato alle organizzazioni mafiose (“Villa Lanza”, un tempo di proprietà del boss Vito Bruno Lanza. Un edificio di cui l’Immediato si è già occupato di recente, ndr). Vicenda tormentata ed irrisolta. Alla fine nulla accadde e nulla più si è saputo in merito a quella struttura. È il momento di riavvolgere il nastro e pretendere che si proceda all’assegnazione di quello stabile per progetti di pubblica utilità. A maggior ragione che, solo di recente, il Comune di Foggia si è dato un Regolamento che disciplina la concessione dei beni confiscati alla criminalità organizzata (Deliberazione C.C. n. 107 del 28/10/2020). Non tutto ci convince di quel Regolamento e vorremmo che venisse migliorato in alcuni aspetti. È questa l’occasione per confrontarsi, anche al fine di sbloccare la fase di stallo in cui versa l’assegnazione del Podere presso la ex via del Salice”.