Dei 39 sottosegretari nominati dal consiglio dei ministri presieduto da Mario Draghi, di cui 19 donne e 20 uomini ben 7+1 (se si considerano le origini rocchetane di Laura Castelli) sono stati scelti tra Puglia e Basilicata. E sono: la renziana dimissionaria nel Conte 2 ex Ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova diventata viceministra alle Infrastrutture, la piddina emilianista della Bat Assuntela Messina sottosegretaria all’Innovazione tecnologica e transizione digitale; il foggiano ed ex candidato presidente in Puglia Ivan Scalfarotto (Iv) al Viminale. Nel centrodestra figurano Rossano Sasso (Lega) alla Pubblica istruzione; Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) alla Giustizia e il collega di partito Giuseppe Moles all’Editoria. Infine la pentastellata Anna Macina anche lei alla Giustizia.
Tra le sorprese più grandi c’è proprio quella di Sasso sottosegretario alla Pubblica istruzione, un bel salto per il maestro elementare barese, salviniano della primissima ora al Sud, quando ancora Salvini non aveva il coraggio di portare il simbolo della Lega con Alberto da Giussano e c’era la sperimentazione del brand più morbido Noi con Salvini.
Sasso, che ha vissuto la sua infanzia e adolescenza a Lucera per il lavoro del padre, primo segretario regionale della Lega prima dell’avvento di Andrea Caroppo, è un salviniano verace. Insieme a Primiano Calvo e Raffaele Fanelli a San Severo, Silvano Contini a Foggia e Saverio Siorini a San Giovanni ha letteralmente inventato la destra salviniana in Puglia a cui poi si sono accodati tutti gli ex fittiani e i tanti ex An. Non si contano le sue proteste con megafono in mano al quartiere ferrovia a Foggia o al Libertà di Bari.
Negli anni del governo giallorosso non c’è stato giorno che non attaccasse ferocemente la ministra Azzolina. Tutti i suoi interventi alla Camera erano focalizzati sulla scuola, contro i banchi a rotelle e alle varie programmazioni della ministra. Per i dissidi interni non è stato scelto come candidato presidente per la Regione Puglia; prima del nome di Nuccio Altieri erano tanti coloro che spingevano per una sua candidatura. Il tavolo ha scelto Fitto e si sa come è andata.
Oggi nel momento di maggior debolezza della Lega al Sud, con alcune rese dei conti che attraversano la Puglia e il segretario Roberto Marti che ha depotenziato l’influenza della Capitanata, la provincia con le maggiori percentuali, tagliando fuori Raimondo Ursitti dalla segreteria, la nomina di Sasso in un ruolo così importante per la Lega, almeno nella narrazione corrente del Capitano, è segno di grande considerazione per i pugliesi.