Chiude dopo soli sei mesi la fabbrica pubblica di mascherine realizzata dalla regione Puglia. Ad agosto scorso, la Regione aveva annunciato in pompa magna il primato nazionale, con la notizia dell’avvio della produzione di Dpi – mascherine chirurgiche, mascherine FFP2 e FFP3 anche con valvola, camici, calzari, tute, copricapo – per affrontare al meglio l’emergenza Covid. L’investimento per il “gioiellino” di via Corigliano, nella sede dell’ex Ciapi di Bari, è stato di 1,2 milioni di euro. Il dirigente della Protezione civile aveva riferito in quella circostanza che, a regime, lo stabilimento avrebbe prodotto 30 milioni all’anno di mascherine chirurgiche, 15 milioni di FFP2 e 15 milioni di FFP3.
La struttura regionale di Protezione civile ha iniziato a realizzare lo stabilimento durante il lockdown, nel corso dell’emergenza Covid, quando ci si è resi conto della penuria di DPI sul territorio nazionale ed europeo, e dopo aver accertato che si rendeva necessaria una produzione autonoma di materiale, svincolata dalle importazioni di DPI. L’emergenza ha evidenziato come la produzione di questo materiale costituisca una risorsa strategica.
I lavori sono iniziati il 30 marzo 2020, con la bonifica di un capannone fino ad allora destinato a deposito di materiali fuori uso. Il capannone è stato completamente ristrutturato, con l’installazione di impianti energetici ad alto risparmio. All’interno sono state montate tre linee di produzione: una per le chirurgiche e due per FFP2 e FFP3. Per la produzione ci sono anche macchine a controllo numerico per il taglio e il confezionamento dei camici e la saldatura al nastro, oltre che per la sanificazione. Al centro ci sono stazioni di taglio e cucito e 26 postazioni per l’assemblaggio. La fabbrica è completata da magazzini e uffici gestionali. Le linee di produzione sono di fabbricazione cinese, gli altri macchinari di produzione italiana e pugliese.
La fabbrica ha un laboratorio di prova per la verifica della qualità dei prodotti, per mantenere gli standard di qualità acquisiti. La missione dello stabilimento produttivo, nelle intenzioni, era quella di fornire DPI, senza sostituirsi alle aziende private, per mantenere in sicurezza il sistema sanitario, le aziende strategiche e il sistema di protezione civile regionale, anche in caso di penuria di mercato. Ora, le attività sono state congelate. Il motivo? Lo ha spiegato la Regione Puglia a Telenorba: “Abbiamo sospeso le attività perché al momento le scorte presenti nei magazzini della Protezione civile sono sufficienti per affrontare l’attuale fase dell’emergenza”.