Bruno Longo si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ex consigliere comunale di Foggia, arrestato nel blitz “Nuvola d’Oro”, è comparso oggi davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Oltre a lui sono indagati il medico in pensione Antonio Apicella, il funzionario del Comune di Foggia Antonio Parente e l’imprenditore Luigi Panniello. L’inchiesta ruota attorno ad una presunta mazzetta di 35mila euro che i quattro si sarebbero spartiti nell’ambito di un appalto per un servizio informatico. Oltre al politico, anche gli altri hanno preferito non rispondere alle domande del giudice.
“Avremo grosse novità sull’utilizzabilità di quelle intercettazioni”. Così Giulio Treggiari, legale di Longo, dopo l’interrogatorio di stamattina nel Tribunale di Foggia. Sull’ipotesi scarcerazione, l’avvocato ha fatto sapere che ieri è stato depositato il ricorso: “Entro dieci giorni andremo al Tribunale del Riesame e vedremo cosa succederà”.
“I nostri assistiti vivono una situazione non piacevole, con sofferenza ma anche con serenità attendendo le determinazioni della giustizia”, ha dichiarato, invece, Michele Curtotti, difensore di fiducia del funzionario del Comune di Foggia, Antonio Parente. Per quest’ultimo niente Riesame: “Siamo davanti ad una questione strettamente processuale. Se le intercettazioni verranno dichiarate inutilizzabili, varrà per tutti. Il mio assistito preferisce attendere quell’esito prima di fare ulteriori valutazioni”.