Potrebbe nascere a Foggia il primo Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) pubblico del nord della Puglia. Il progetto dello “Spallanzani” del Sud al Colonnello D’Avanzo è partito. In questi giorni si insedierà la commissione che dovrà preparare la complessa procedura. “Non sarà per nulla semplice”, ci viene riferito. Intanto il primo tassello è stato inserito nel complesso puzzle: il lavoro potrebbe durare anche due anni.
La pandemia Covid ha dato l’accelerata al progetto fortemente voluto dal commissario Vitangelo Dattoli e dal rettore dell’Università di Foggia, Pierpaolo Limone. A coordinare la commissione, composta da componenti universitari e ospedalieri, sarà l’ex direttore dell’Aress (Agenzia Strategica Regionale per la Salute e il Sociale), il lucerino Mario Morlacco. Ad affiancarlo ci saranno: l’ex direttore generale del Servizio Sanitario Lucano, Pietro Quinto (consulente); Stefania D’Alessandro (collaboratore amministrativo Policlinico Riuniti di Foggia); Laura Silvestris (dirigente SSD Affari Generali e Privacy); Maria Angela Ioakim – consulente/collaboratore SSD Affari Generali e Privacy); Umberto Simonetti (consulente direzione Amministrativa) e Giovanni Villone (dirigente SSD Igiene e Accreditamento).
La commissione, inoltre, avrà il supporto di direttori, dirigenti medici, professori e ricercatori conferiti all’assistenza: Rosa Prato (direttore SC Igiene), Domenico Martinelli (SC Igiene), Francesca Fortunato (SC Igiene), Rossella De Nittis (dirigente SSD Microbiologia e Virologia), Valeria Delli Carri (SSD Microbiologia e Virologia), Teresa Santantonio (direttore SC Malattie Infettive), Sergio Locaputo (SC Malattie Infettive), Maria Pia Foschino Barbaro (direttore SC Malattie Apparato Respiratorio), Donato Lacedonia (SC Malattie Apparato Respiratorio), Gilda Cinnella (direttore SC Anestesia e Rianimazione), Lucia Mirabella (SC Anestesia e Rianimazione).
La vocazione del D’Avanzo e l’emergenza Covid
Polmone verde nel cuore della città, il D’Avanzo nasce su un’area di 57mila metri quadrati, acquistata dal Comune di Foggia nel 1930. Nel periodo bellico venne utilizzato dalla Croce Rossa Italiana per poi diventare di proprietà dell’INPS negli anni ’40. Con la riforma “Mariotti” del 1968, all’inizio degli anni ’70, fu costituito l’Ente Ospedaliero Provinciale Specializzato bronco-pneurnotisiologico e, con la riforma introdotta con il D. Lgs. n. 502/92, divenne presidio ospedaliero della USL Foggia 8 fino a diventare, nel 1997, plesso degli Ospedali Riuniti.
Se si escludono gli investimenti e la riorganizzazione degli ultimi anni, con la trasformazione dei Riuniti in Policlinico e l’accorpamento del Lastaria di Lucera (ex Asl), il plesso del D’Avanzo è rimasto per lungo tempo relegato in una condizione di marginalità, al punto che negli anni si sono susseguite diverse denunce di incuria da parte di cittadini, sindacati e associazioni. Con il progetto di rilancio, la storica struttura è stata fortemente coinvolta nella strenua battaglia contro il Covid. Ora, si è deciso – anche qui, dopo il Policlinico – di alzare l’asticella. “I presupposti per creare un piccolo Spallanzani ci sono tutti – dice a l’Immediato Morlacco -, il merito di questa iniziativa è di Dattoli e del rettore Limone. Sarà un percorso ostico, nel quale i requisiti da rispettare sono moltissimi. Il Policlinico dovrà presentare l’istanza alla Regione Puglia che, a sua volta, dopo aver verificato la congruità del progetto nell’assetto complessivo del Sistema sanitario regionale, potrà inoltrarlo al Ministero. Per il momento posso dire solo che c’è personale clinico all’altezza, così come sono ottime le scelte gestionali messe in campo fin qui da Dattoli”.
Impact factor, ricerca e capacità di attrarre pazienti da fuori
Sono diversi gli snodi da superare. Alla fine del lavoro “locale” bisognerà affidarsi alla valutazione di un’apposita commissione ministeriale che analizzerà ogni aspetto nel dettaglio. I parametri sono diversi: impact factor nel sistema assistenziale globale, gestione economica, capacità di attrarre pazienti, e un’attività di ricerca con almeno 150 pubblicazioni. Ma ci sarà tanto altro da dimostrare, a cominciare dalla capacità di rete con altre strutture. L’integrazione con l’Unifg potrà essere la chiave di volta per determinare il salto di qualità del presidio.
“Il Policlinico di Foggia – scrivono nell’atto appena pubblicato – è integrato con l’Università degli Studi di Foggia ed interagisce costantemente con le Facoltà di Medicina dell’Ateneo foggiano, in modo coordinato ed inscindibile con l’attività di ricerca e di didattica che in essa si svolge per la formazione dei professionisti del futuro. In particolare – aggiungono -, il Policlinico persegue lo sviluppo di attività di alta specializzazione e di eccellenza in quanto riferimento di un ampio territorio provinciale, regionale ed extraregionale. Svolge in modo unitario ed inscindibile funzioni di assistenza, didattica (intesa come strumento di costruzione e miglioramento delle competenze degli operatori) e ricerca (intesa come continuo progresso delle conoscenze e risorse cliniche e biomediche), costituendo, al tempo stesso, elemento strutturale del Servizio Sanitario della Regione Puglia nonché del sistema universitario. Si reputa opportuno – concludono -, in considerazione di quanto innanzi e in ragione della inscindibile attività di ricerca, didattica e di assistenza che caratterizza la Facoltà di Medicina dell’Università di Foggia, individuare le struttura ‘D’Avanzo’ del Policlinico di Foggia quale possibile Istituto di Ricovero e Cura e Carattere Scientifico e punto di riferimento al Sud le Malattie Infettive e Pneumologiche. Tale IRCSS, una volta riconosciuto, assumerà rilevanza nazionale che, secondo standard di eccellenza, perseguirà finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente e prestazioni di ricovero e cura di alta specialità”.