Nella giornata del 28 gennaio, la Direzione aziendale di Leonardo e di Aerostrutture, ha comunicato alle Segreterie nazionali FIM-FIOM-UILM l’aumento delle fermate collettive su tutti gli stabilimenti della Divisione, rendendo esplicite le voci di una nuova riduzione dei volumi e del lavoro che si rincorrevano negli stabilimenti. Nei fatti il calendario presentato il 17 dicembre, e condiviso con il Coordinamento delle RSU della Divisione Aerostrutture, non è più attuale, rendendo ancora più evidente la dipendenza di Leonardo dalle scelte dei due clienti principali (Boeing e Airbus).
“Le nuove fermate collettive – si legge in una nota di Fiom Cgil -, comunicate nella giornata di ieri, per i quattro siti della Divisione diventano le seguenti: stabilimento di Grottaglie: passa dalle 118 giornate medie alle 140 giornate medie di chiusura collettiva. Grottaglie è l’unico stabilimento nel quale le fermate vengono conteggiate come media, in quanto per alcuni reparti come il montaggio, il rientro è previsto per il 22 marzo prossimo, facendo diventare le giornate di fermata collettiva ben 35 in più di quelle programmate precedentemente; stabilimento di Pomigliano: passa dalle 32 giornate programmate a 47 giornate di fermata collettiva; stabilimento di Foggia: passa dalle 43 giornate programmate alle 48 giornate di fermata collettiva; stabilimento di Nola: passa dalle 46 giornate programmate alle 53 giornate di fermata collettiva”.
“Come Fiom-Cgil abbiamo criticato il metodo che ha portato all’annuncio della riduzione delle giornate lavorative, in quanto la discussione avrebbe dovuto vedere il coinvolgimento preventivo del Coordinamento nazionale che ha sottoscritto l’accordo del 17 dicembre, richiedendo l’immediata convocazione dello stesso in tempi rapidi. Ma le preoccupazioni maggiori manifestate riguardano soprattutto il futuro industriale e occupazionale degli stabilimenti del Mezzogiorno.
Al netto della copertura retributiva che verrà garantita con gli istituti previsti nell’accordo, e per le ulteriori giornate l’Azienda ha confermato che saranno a carico della stessa, il problema vero rimane di carattere industriale. Come evidenziato nell’incontro di dicembre 2020 la ripresa dei voli pre-Covid, che non è detto che corrisponda con la ripresa dei volumi produttivi, non avverrà prima del 2024 secondo gli analisti, pertanto in trasparenza nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della Divisione Aerostrutture va detto che i prossimi anni saranno estremamente complicati nella gestione del vuoto lavoro. Alcuni stabilimenti sono più impattati di altri: la mono-committenza di Grottaglie, che non a caso è lo stabilimento con il maggior numero di fermate collettive in ulteriore aumento, nel quale il nuovo programma ipotizzato non vedrà l’entrata a regime prima del 2025 con un numero di addetti intorno alle 250 unità non sufficiente a compensare i cali del 787, trascina gli altri stabilimenti a cali contenuti, ma sempre di cali produttivi stiamo parlando.
La tenuta della Divisione di Aerostrutture non può che passare attraverso nuove attività e programmi strutturali per tutti gli stabilimenti che oggi non sono all’orizzonte. La gestione delle dissaturazioni del 2021, ci è stato annunciato, prevederanno anche prestiti presso altri siti del Gruppo Leonardo con carichi di lavoro in crescita. L’accordo di dicembre 2017 prevedeva che vi sarebbero stati preventivamente incontri tra le RSU e le Strutture sindacali territoriali dei siti cessionari e di quelli cedenti”.
“Per la Fiom-Cgil abbiamo ribadito che quelli devono essere i luoghi dove si discuterà dei numeri, dei profili e dei trattamenti economici ai lavoratori interessati, evitando come purtroppo sta avvenendo, che si alimentino eccessive aspettative o gestioni poco trasparenti. Nei prossimi giorni capiremo se quanto scritto nell’accordo verrà praticato nei fatti e nei siti interessati. Infine riteniamo, come abbiamo detto in esplicito all’Azienda, che non si è partiti con il piede giusto nella gestione di quanto concordato a Dicembre, non per responsabilità dell’Azienda sui cali produttivi che sono derivanti da richieste dei clienti, ma perché le condivisioni non passano solo dalla sottoscrizione di accordi, ma da una gestione condivisa preventivamente tra le Parti qualora cambi lo scenario nel quale si erano definite le intese”.
E concludono: “Gestire e condividere i processi e le situazioni difficili come quella che si sta manifestando nella Divisione Aerostrutture, per la Fiom Cgil passa dall’ascolto e dal confronto reciproco e non dalle prese d’atto o l’accompagnamento di scelte unilaterali, che hanno il solo risultato di non rendere credibili le Parti al tavolo. Essere credibili nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori per la FIOM-CGIL è un elemento imprescindibile, e non può essere messo in discussione da iniziative solitarie che non coinvolgano la nostra Organizzazione preventivamente in tutte le fasi”.