“La prossima estate dovremo essere più cauti rispetto allo scorso anno, speriamo di poter andare in spiaggia. La suddivisione in zone ci lascerà in questa situazione intermedia, con questo numero di casi abbastanza elevati accompagnati da una mortalità non indifferente”. Parola di Andrea Crisanti, professore di microbiologia e virologia all’Università di Padova, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1.
“Ci dovremo abituare a vedere circa 300 morti al giorno – ha continuato – numeri un po’ più bassi che registreremo tra un paio di settimane. Andremo avanti con le zone fino a che non ci sarà l’impatto del vaccino, quindi verso settembre-ottobre”. Sul rischio di non poter andare al mare la prossima estate Crisanti ha fatto l’esempio di Israele: “Lì sono andati in lockdown per la seconda volta a fine agosto, e hanno un clima simile all’Italia. Se sono chiusi cinema, bar e teatri non si capisce perché dovrebbero esser aperte le spiagge“.
“Anche le discoteche si diceva che erano all’aperto – ha sottolineato l’esperto -. Ma tanto se questa estate si faranno le zone arancioni o rosse non si porrà nemmeno il problema“.