La maggioranza si riunisce per concordare le misure anti-Covid che scatteranno alla scadenza del decreto ‘ponte’ che sta regolando i giorni dopo le festività. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato i capidelegazione alle 17, in vista dell’incontro con le Regioni in programma lunedì mattina alle 10.30 quando ai governatori verranno illustrate le proposte. All’incontro con Alfonso Bonafede (M5s), Dario Franceschini (Pd), Roberto Speranza (Leu) e Teresa Bellanova (Italia Viva) partecipano parte anche il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
Sul tavolo ci sono diverse possibili novità. Dopo l’abbassamento della soglia dell’indice Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, si ragiona sullo scatto automatico della zona rossa se l’incidenza settimanale dei casi sarà di 250 casi ogni 100mila abitanti: la proposta dell’Istituto Superiore di Sanità è già stata vagliata dal Comitato tecnico scientifico. In base all’ultimo monitoraggio, con l’abbassamento dei parametri, l’unica regione che andrebbe automaticamente in zona rossa sarebbe il Veneto. Ma è a rischio anche l’Emilia Romagna, con un’incidenza attorno ai 240 casi. E altre Regioni o Province autonome – Friuli Venezia Giulia, Marche e Provincia di Bolzano – superano i 200 casi ogni 100mila abitanti.
“Quel limite non l’ha chiesto nessuna Regione e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni”, avverte però il presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Parole che sembrano preludere a un nuovo scontro con i governatori qualora Palazzo Chigi dovesse accogliere la proposta degli scienziati. “Domattina ci confronteremo con il governo – ha aggiunto Bonaccini – e come sempre cercheremo di fare il meglio possibile“.
Consistente anche l’ipotesi di un nuovo slittamento della riapertura degli impianti di sci e delle palestre. E si ragiona sulla possibilità di mantenere le fasce dal lunedì al venerdì, irrigidendo le misure nei week end, nei giorni più a rischio assembramenti, con una zona arancione nazionale. Tra i temi c’è anche l’introduzione una zona bianca, che scatterebbe nel caso in cui l’incidenza scendesse sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti , la soglia considerata minima per riprendere il tracciamento, e porterebbe a una riapertura pressoché totale, sempre rispettando le regole di distanziamento e usando la mascherina, di ristoranti, cinema, teatri, musei e palestre. Si va inoltre verso una proroga dello stato di emergenza, che scade il 31 gennaio. (fonte ilfattoquotidiano.it)