Sta scatenando reazioni da più parti il dietrofront di Leo Iaccarino che con un coup de théâtre ha scelto la via dello scontro piuttosto che rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio comunale di Foggia dopo il video degli spari dal balcone di casa sua. Il sociologo e giornalista pugliese, Leonardo Palmisano ha parlato di “osceno spettacolo istituzionale foggiano”. Poi ha aggiunto: “Se non fossi così rispettoso verso il cinema, direi che il teatro politico foggiano è pura pornografia democratica: nudità messe in piazza a mezzo social da rappresentanti eletti e comportamenti devianti degli stessi che danneggiano e infangano irrimediabilmente la credibilità nazionale di un’intera città. Foggia sana, civile, onesta, legale e laboriosa non deve più pagare per responsabilità non sue. Se non ci sono neanche oggi gli estremi per chiedere a gran voce l’invio da parte del governo di una commissione di accesso per un eventuale scioglimento del Comune, quando?”.
“Quando la commedia, oltre che mediocre per qualità della trama, diventa anche pericolosa, è tempo di far calare il sipario”. Così Lorenzo Frattarolo, componente dell’assemblea nazionale di Italia Viva, descrive, citando Mino Martinazzoli, la situazione determinatasi con le dimissioni da presidente del Consiglio Comunale prima presentate e poi ritirate da Leonardo Iaccarino. “La città di Foggia e le sue istituzioni non possono essere appese alle giravolte di un politico che pare non abbia un amico, un parente, un consulente, un vicino, che lo instradi sulla via del buon senso, nel rispetto dell’istituzione, della comunità e di se stesso. Non è più l’errore ma la perseveranza ad inquietare, la barzelletta c’è ma siamo noi foggiani, nessuno escluso. Serve un sussulto di dignità da parte dell’intero Consiglio Comunale, senza distinzioni di parte, per invertire il terribile processo di degrado che sta investendo la nostra vita pubblica e togliere alla città il marchio di infamia che questi comportamenti, peraltro incardinati in un quadro generale già difficilissimo per Foggia, le hanno inflitto. Dimostriamo che l’istituzione municipale non è una barzelletta. E dimostriamolo subito”.
L’ex consigliere comunale Giuseppe Mainiero: “Sono lontano migliaia di chilometri, politicamente, eticamente e moralmente, da Leonardo Iaccarino. Ma questo non mi impedisce di riconoscere che le accuse mosse nei confronti del sindaco di Foggia non sono menzogne ma verità. Sono tutti episodi veri e tristemente opachi. Purtroppo Iaccarino li ha scoperti solo adesso che è finito sulla graticola. Io li ho denunciati da solo per cinque anni. E quando l’ho fatto l’attuale presidente del Consiglio comunale è passato dal centrosinistra al centrodestra, pur di soccorrere Franco Landella. Questi i fatti. Sul merito delle affermazioni di Iaccarino, però, non può essere mossa alcuna critica o contestazione. E proprio questo spaccato da basso impero, questa dimostrazione di decadimento etico e morale su larga scala rafforza la validità dell’unica strada possibile: l’invio immediato a Foggia di una Commissione di accesso agli atti propedeutico al commissariamento del Comune. Ritengo che adesso gli elementi di cui dispone il prefetto siano tanti e tali da rendere doverosa questa azione. La logica del “tutti colpevoli, nessun colpevole” non può avere valore quando si parla del governo della Città. Leonardo Iaccarino, anche se con sei anni di ritardo, ha confermato che Foggia va bonificata politicamente da chi la sta amministrando. La notte dei lunghi coltelli nel centrodestra è cominciata. Gli stracci hanno cominciato a volare. Il tempo come sempre è stato galantuomo. Ciò che ho sostenuto per sei lunghi anni è venuto a galla, con buona pace di chi bollava la verità come la trama oscura dei traditori, dei denigratori e dei calunniatori. Chi ha il potere e l’autorità per salvare Foggia lo faccia. Subito. Prima che sia troppo tardi. (In alto, da sinistra, Frattarolo, Palmisano e Mainiero)