“Chiusura del Pronto Soccorso di Lucera: come va nelle altre città?”. Sono ormai trascorsi più di 40 giorni da quando la dirigenza del Policlinico Riuniti di Foggia ha sospeso l’attività del Pronto Soccorso di Lucera e pertanto il Comitato “Io sto con il Lastaria” ha iniziato un tour negli ospedali della Capitanata per verificare come i vari presidi ospedalieri si siano attrezzati per affrontare l’emergenza Covid 19.
“Il nostro tour – spoegano – è iniziato ieri venerdì 11 dicembre quando abbiamo consegnato mascherine ffp2 e chirurgiche al Punto di Primo Intervento dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore e nell’occasione abbiamo avuto modo di conoscerne il personale, la struttura e le modalità operative. Prima di tutto bisogna premettere che la città di Torremaggiore ha una popolazione di circa 17.000 abitanti e che il Punto di Primo Intervento del ‘San Giacomo’ non ha mai chiuso durante questa emergenza pandemica rimanendo un punto di riferimento per tutta la cittadinanza e i paesi limitrofi del subappennino.
L’Ospedale San Giacomo, al pari del Lastaria, è stato declassato rispetto ad altri presidi, in primis Foggia, San Severo, Cerignola e anche l’Unità di Emergenza – Urgenza di Torremaggiore ha subito profondi tagli, tant’è che il Pronto Soccorso è stato riconvertito a Punto di Primo Intervento Territoriale, con grandi modifiche qualitative e quantitative all’assistenza ai pazienti che vi fanno accesso. Al Punto di Primo Intervento vengono prese in carico direttamente soltanto le patologie minori, come ad esempio punti di sutura, coliche renali, colpi di frusta (l’elenco non è esaustivo) garantendo quindi una prima risposta sanitaria sul territorio, con presa in carico principalmente dei cosiddetti codici bianchi e verdi”.
“Le patologie più gravi, infarti, ictus, emergenze chirurgiche politrauma da incidente stradale o altre simili – proseguono -, vengono dirottate dalle ambulanze accorse sul luogo dell’incidente o all’abitazione del paziente direttamente verso i Pronto Soccorso degli Ospedali di San Severo, Foggia e San Giovanni Rotondo, attrezzati per trattare i cosiddetti codici gialli e rossi. Allo stesso tempo può capitare che un paziente con infarto o ictus si rechi autonomamente presso il Punto di Primo Intervento di Torremaggiore senza aver preventivamente chiamato l’ambulanza del 118. In questi casi si procede a stabilizzare temporaneamente il paziente in fase critica e contemporaneamente si predispone il suo trasferimento in sicurezza il prima possibile verso il pronto soccorso di riferimento attrezzato per i codici gialli e rossi. Normalmente al Punto di Primo Intervento viene affiancata una postazione del 118 consistente in un’ambulanza con medico e infermiere a bordo che si integra nella rete del 118, gestita dalla centrale operativa del 118. All’ospedale San Giacomo di Torremaggiore, inoltre, soltanto nelle ore diurne si ha la disponibilità della Radiologia e del Laboratorio di Analisi e pertanto l’attività nelle ore serali del Punto di Primo Intervento è notevolmente limitata alle patologie più lievi. Al Punto di Primo Intervento di Torremaggiore si accede attraverso un’unica porta, non c’è il doppio percorso, area pulita destinata ai pazienti no Covid e area sporca destinata ai Covid. Ogni qual volta un paziente si reca nella struttura viene effettuato il pre triage, ossia viene misurata la febbre e viene analizzata l’ossigenazione del sangue con il saturimetro. Se i parametri sono normali e non c’è febbre, il paziente viene preso in carico dal personale e fatto accedere ai locali del Punto di Primo Intervento che provvederanno a prestargli soccorso. In caso di febbre o di altri sintomi Covid, il paziente viene comunque fatto accedere ai locali del presidio ospedaliero ma soltanto dopo che il personale ha indossato la tuta integrale, copricalzari e copricapo, oltre alle normali protezioni rappresentate da mascherine ffp2, guanti e visiere, che costituiscono la dotazione minima di sicurezza. Dopo l’intervento i locali del Punto di Primo Intervento vengono sanificati”.
“Cosa abbiamo capito dalla visita al Punto di Primo Intervento dell’Ospedale San Giacomo di Torremaggiore? – concludono – Innanzitutto che è possibile continuare a lasciare aperta una struttura di emergenza urgenza anche senza il doppio percorso area pulita e area sporca. Semplicemente è possibile prendere tutte le precauzioni del caso per permettere agli operatori di lavorare in sicurezza mantenendo aperto al contempo un punto di riferimento per la salute della popolazione. L’altra cosa che ci ha colpito è che il Pronto Soccorso di Lucera, nonostante il nome, è già nei fatti un punto di Primo Intervento come quello di Torremaggiore. La struttura lucerina, infatti, è più grande di quella del San Giacomo ma non può configurarsi a tutti gli effetti come un Pronto Soccorso non avendo nelle ore serali la disponibilità della Radiologia e del Laboratorio di Analisi. Il Lastaria, inoltre, è privo dei reparti specialistici fondamentali per l’operatività di un Pronto Soccorso (vedi Emodinamica, Neurologia d’Urgenza e Stroke Unit per ictus ischemico od emorragico e Chirurgia d’urgenza per i politrauma).
Il tour negli ospedali della Capitanata continua”.