Ristoratori della provincia di Foggia spiazzati per il dietrofront sulla “zona gialla”. In poche ore la Capitanata è tornata “arancione” e per i titolari dei locali è giunto un nuovo stop alle attività. Qualcuno non l’ha presa affatto bene, come Michele Di Padova del “Marincanto” sul porto turistico di Manfredonia. “Abbiamo riaperto perché per noi questo mestiere è fonte economica e di vita – dice a l’Immediato -. La nostra linfa. Il problema è che il ministro Speranza ha confermato la proposta di Emiliano di richiudere ristoranti e bar. Abbiamo riaperto per due giorni: ciò significa aver speso migliaia di euro, per poi buttar via la merce. A che gioco stiamo giocando? Sembra un gioco questo qui ma per noi è un lavoro. Lo è per me e per i miei dipendenti”.
Sulla stessa linea, Salvatore Cirillo del ristorante “I due dottori”: “Abbiamo avuto poco tempo per riorganizzarci ma qualche cliente è venuto già domenica. Anche oggi a pranzo abbiamo lavorato, sempre rispettando le norme. Ma adesso leggiamo di un nuovo cambio di colore. Questo è vergognoso. Abbiamo speso 4mila euro per l’accaparramento di merce e per riaprire. Ho 15 dipendenti e ho riaperto anche per loro. Questa avversità verso i locali pubblici, che io ritengo i più sicuri in quanto si rispettano le distanze, la trovo ingiusta”.
Di diverso avviso Raffaele Piemontese del bar “Le Casette” di Mattinata: “Credo che il Governo stia facendo un bel lavoro. Capisco i problemi economici gravi che stiamo passando ma la salute viene prima di ogni altra cosa”.
In serata, a Foggia, i titolari di alcune attività hanno protestato vivacemente davanti alla Prefettura in corso Garibaldi. Strada bloccata con i cassonetti, merce e ortaggi gettati sulla strada. Sul posto le forze dell’ordine per ripristinare la situazione.