“A nome dell’Amministrazione comunale e dell’intera città, mi congratulo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, la Procura della Repubblica di Foggia e con gli agenti della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri per aver condotto un’importante operazione che ha inferto un duro colpo ai clan mafiosi che operano in città“. Lo dichiara il sindaco di Foggia, Franco Landella.
“Spiace, invece, constatare anora una volta che in pieno delirio di onnipotenza, il sociologo di sinistra Leonardo Palmisano, già candidato alle scorse regionali per il centrosinistra, senza nemmeno attendere i dettagli della conferenza stampa dei magistrati e delle forze di polizia che hanno portato a segno l’operazione ‘Decimabis’, si lancia in accuse fantasiose contro l’Amministrazione comunale di Foggia che andrebbe sciolta per mafia ‘per il coinvolgimento di colletti bianchi’. In realtà è stato tratto in arresto un operatore servizi cimiteriali, operante nell’Ufficio Deceduti del Comune di Foggia, che risponderà personalmente degli eventuali reati commessi. Dunque nessun amministratore, dirigente o esponente politico è stato interessato dall’operazione di polizia giudiziaria odierna. Secondo la sua strampalata teoria, molti dei Comuni italiani, compreso quello di Bari, dovrebbero essere sciolti ogni qualvolta un dipendente venga arrestato per atti contrari ai doveri d’ufficio o per altri reati che riguardano la Pubblica Amministrazione.
Palmisano collezionerà l’ennesima querela per diffamazione per aver espresso in maniera pregiudiziale pesanti insinuazioni nei confronti dell’Amministrazione comunale di Foggia, ignorando i dettagli di un’importante operazione di contrasto alla criminalità organizzata, per il quale il Comune di Foggia è pronto nuovamente a costituirsi parte civile in un eventuale processo”.
Poi conclude: “Lo scrittore Leonardo Sciascia in un articolo pubblicato nel 1987 sul Corriere della Sera intitolato ‘I professionisti dell’antimafia’, dedicato al rapporto tra politica, popolarità e lotta alla mafia scrisse che l’antimafia, adoperata con abilità e spregiudicatezza, può diventare un formidabile strumento per fare carriera, procurarsi il consenso del pubblico e acquisire crediti da spendere in qualsivoglia impresa. Il sociologo barese continua a gettare fango su un’intera città che sta conducendo un’importante battaglia per liberarsi dalla cappa mafiosa che da anni opprima la nostra comunità. È vergognoso considerare come una tematica così delicata per la nostra realtà possa essere volgarmente manipolata esclusivamente in un’ottica di mera contrapposizione politica”.