C’era tutto il gotha della magistratura alla videoconferenza stampa di questa mattina sulla maxi operazione “Decimabis” contro la mafia foggiana. Dal procuratore nazionale Cafiero De Raho a Giuseppe Gatti della DNA, fino ai rappresentanti principali della DDA di Bari, guidati da Francesco Giannella e Roberto Rossi. Per la Procura di Foggia presenti il procuratore Vaccaro e la pm Pensa. 40 gli arresti, coinvolti pezzi da Novanta delle batterie Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla e Trisciuoglio-Tolonese-Prencipe. In manette anche i boss Federico Trisciuoglio alias “Enrichetto Lo Zoppo” e Pasquale Moretti detto “Il porchetto”. Arrestato anche Giuseppe De Stefano dell’Ufficio Morti del Comune di Foggia. Tra i reati 14 estorsioni, turbativa d’asta, tentato omicidio, usura e soprattutto l’associazione mafiosa.
L’operazione ha riguardato i vertici della Società e ha colpito soprattutto il settore delle estorsioni ma non solo. “Decimabis” coinvolge le tre batterie che solitamente operano insieme ma a volte vengono connotate da momenti di frizione e contrasto. Tra i crimini c’è infatti anche un tentato omicidio. Emerge un quadro generalizzato di oppressione. Spuntano pure personaggi insospettabili: un soggetto intraneo all’amministrazione pubblica indicava i decessi per consentire alla mafia di intervenire e pretendere il pizzo su chi curava il servizio di trasporto. Nel mirino dei clan anche i fantini attraverso i quali venivano modificati i risultati delle corse dei cavalli. Estorsioni inoltre ai commercianti del mercato settimanale. Ma oggi i cittadini hanno iniziato a denunciare e ci sono collaboratori di giustizia. Lo Stato avanza e recupera il territorio a garanzia dei cittadini.
Così Cafiero De Raho in videoconferenza: “Grande gioia e complimenti alla DDA di Bari e alla Procura di Foggia. È un’operazione di grande importanza che dà il senso della risposta dello Stato a quella che è un’emergenza nazionale: la criminalità organizzata di Foggia. Dal ’78 ad oggi oltre 300 fatti di sangue. Rare le denunce, pochissimi i collaboratori di giustizia. Dopo la strage di San Marco del 9 agosto 2017, la risposta dello Stato è stata via via sempre più crescente. Sono stati istituiti Cacciatori, DIA e potenziato il Ros. Dal 9 agosto 2017, 60 operazioni antimafia, coinvolte 400 persone. Decine di tonnellate di droga sequestrate. 67 misure interdittive antimafia emanate”.
Secondo Roberto Rossi c’è stata una svolta. “L’intero Stato ha deciso che l’attività della mafia foggiana doveva terminare. Il cittadino foggiano deve sapere che ormai è sotto la protezione dello Stato e che chi commette reati viene arrestato e condannato. Ci sono connessioni e ambiguità”, ha aggiunto Rossi in riferimento al coinvolgimento dei cosiddetti “colletti bianchi”.
Infiltrazioni in Comune e Motorizzazione
Illuminante l’intervento di Giuseppe Gatti, magistrato della Dna, già membro della DDA di Bari. Grande conoscitore del fenomeno criminale in Capitanata. Gatti è subito entrato nel dettaglio del blitz: “Nella batteria Moretti è emersa un’allarmante successione che coinvolge padre, figlio e figlio del figlio, un ragazzo poco più che ventenne (Rocco Moretti, il figlio Pasquale e il giovane Rocco Moretti junior, ndr). Abbiamo riscontrato il tentato omicidio del figlio di Trisciuoglio e le mire degli scissionisti (frangia dei Sinesi-Francavilla). Ma c’è anche la crisi economica dopo “Decima Azione”: meno estorsioni e meno gente in strada a chiedere soldi. La cassa comune ha iniziato ad avere problemi di liquidità con riduzione degli “stipendi”. Per non parlare poi della crisi d’immagine: la Società non sembrava più invincibile e il brand andava rilanciato attraverso attentati ed estorsioni. A Foggia l’estorsione è vissuta come un’assicurazione, un canone periodico. C’è una lista di estorsioni aggiornata che abbiamo sequestrato: era come una cartella esattoriale, come se si stesse riscuotendo una tassa di sovranità. Elementi di novità? I boss – dice sempre Gatti – puntavano ad un nuovo corso, un modello organizzativo: il “sistema Foggia”, un codice regolativo delle batterie che prevedeva la fine della compartimentazione delle attività illecite per fare spazio a un modello consortile. Le batterie non potevano pensare più a “fare il proprio”. Serviva un modello consociativo: basta iniziative separate: facciamo tutto insieme con un referente per batteria. Siamo tutti una cosa sola. La strada maestra è quella della ‘Ndrangheta. I risultati del nuovo corso? Ampliamento della zona grigia, attraverso contiguità e connivenza anche nella pubblica amministrazione ed un’attività estorsiva programmata a tappeto. Ci sono poi le infiltrazioni in Comune, all’ufficio morti: ma anche corse dei cavalli, pale eoliche, slot machine, usura e condizionamenti in importanti gruppi industriali e nei lavori edilizi al Policlinico Riuniti di Foggia. Svelato anche un sistema fraudolento per il superamento dell’esame di guida grazie a guardie giurate e soggetti interni alla Motorizzazione. Ampliata anche la collaborazione con clan di Cerignola e Basso Tavoliere ed attualizzati i rapporti con i mafiosi garganici. C’era l’ambizioso tentativo di creare le basi per una più ampia confederazione mafiosa a livello provinciale”.
50 euro per ogni funerale
L’impiegato comunale dell’Ufficio Morti forniva sistematicamente il numero aggiornato dei defunti, in pratica quotidianamente. Così i boss hanno deciso di chiedere 50 euro per ogni funerale (prima chiedevano una somma forfettaria di 500 euro al mese, ndr) preso in carico dall’impresa di pompe funebri. Grazie a questa “gola profonda”, le imprese di pompe funebri non potevano sfuggire ai mafiosi. Nell’ordinanza del gip si legge: “È stato squarciato il velo di omertà che aleggiava sugli imprenditori foggiani che si erano ben guardati dal denunciare i taglieggiamenti per timore di subire ritorsioni contro la propria persona o contro i propri cari”.
TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI
Federico Trisciuoglio detto “Enrichetto lo Zoppo” nato a Foggia il 20.10.1953
Felice Direse nato a Foggia il 20.11. 1969
Gioacchino Frascolla nato a Foggia il 20.04.1985
Antonio Riccardo Augusto Frascolla detto ‘Antonello’ nato Foggia il 17.02.1990
Raffaele Palumbo nato a Foggia il 23.01.1984
Antonio Verderosa detto ‘Sciallett’ nato a Foggia il 26.05.1968
Marco Gelormini nato a Foggia il 10.04.1986
Ivan Narciso nato a Foggia il 08.06.1990
Michele Carosiello nato a Cerignola il 30.08.1980
Giuseppe Perdonò nato a Foggia il 01.02.1988
Massimiliano Russo nato a Foggia il 11.06.1975
Michele Cannone nato a Foggia il 22.09.1970
Marco Salvatore Consalvo nato a Foggia il 16.08.1975
Michele Morelli detto ‘Pacc e cul’ nato a Foggia il 08.06.1989
Savino Ariostini detto ‘Nino55’ nato a Foggia il 01.04.1969
Alessandro Aprile ‘Schiattamort’ nato a Foggia il 27/02/1984
Francesco Tizzano nato a Foggia il 20.01.1972
Antonio Salvatore detto ‘Lascia Lascia’ nato a Foggia il 26/02/1991
Francesco Pesante detto u’sgarr nato a Foggia il 04/01/1988
Ivan Emilio D’Amato nato a Foggia il 11/07/1973
Massimo Perdonò nato a Foggia il 11/09/1977
Ernesto Gatta nato a Foggia il 02.06.1974
Giuseppe De Stefano nato a Foggia il 01.03.1982
Antonio Vincenzo Pellegrino detto ‘Capantica’ nato a Foggia il 13.06.1952
Antonio Miranda nato a Foggia il 05.09.195
Tommaso Alessandro D’Angelo nato a Foggia il 18.08.1985
Domenico Valentini nato a Foggia il 15.08.1972
Rocco Moretti nato a Foggia il 29.05.1997
Nicola Valletta nato a Cerignola il 03.07.1986
Leonardo Gesualdo detto il ‘Vavoso’ nato a Foggia il 28.06.1986
Pietro Stramacchio nato a Foggia il 06.09.1976
Pasquale Moretti detto “Il porchetto” nato a Foggia il 11.05.1977
Benito Palumbo nato a Foggia il 05.08.1987
Mario Clemente nato a Foggia il 12.08.1980
Adelio Pio Nardella nato a Foggia il 29.02.1966
Sergio Ragno nato a Foggia il 29.05.1977
Ciro Stanchi nato a Foggia il 14.12.1973
Giovanni Rollo nato a Foggia il 18.08.1987
Disposta la misura degli arresti domiciliari
Marco D’Adduzio nato a Foggia il 21.09.1968