C’è grande confusione nella maggioranza Landella del Comune di Foggia sotto il cielo pandemico. È stata rinviata ancora la riunione tra il sindaco e i partiti per volontà del co-coordinatore dei Fratelli d’Italia Franco Di Giuseppe. I meloniani hanno bisogno di un altro po’ di tempo per riorganizzare le loro richieste. Non cade l’ipotesi di un rientro di Claudio Amorese, ma è assai arduo che possa ottenere i Lavori Pubblici, così come chiede il partito. Si accontenterà del Bilancio?
Intanto piccole frane in casa Lega. Uno dei tre consiglieri comunali che aveva aderito insieme al primo cittadino al partito di Matteo Salvini in agosto, ha deciso di dichiararsi indipendente. Si tratta del delegato alla Pubblica Illuminazione Pasquale Rignanese, che già da una settimana ha confidato al sindaco il suo intendimento. Non si era mai tesserato alla Lega e aveva, come spiegano alcuni suoi amici, avuto molte difficoltà nello spiegare il passaggio al suo elettorato, per lo più moderato e trasversale.
“Resto nel centrodestra, resto accanto al sindaco Landella, ma non sento di poter definirmi leghista, quel mondo è troppo lontano dal mio, quella ideologia sovranista non mi appartiene”, avrebbe spiegato agli amici più fedeli. Da Forza Italia, dove è stato eletto, alla Lega, passando adesso per il gruppo misto. Rignanese è un altro cane sciolto, come i tanti, forse troppi ormai, in consiglio comunale. Tutti indipendenti ormai nella maggioranza.
A cominciare da Max Di Fonso che ha dichiarato di voler continuare il suo percorso politico con i cassaniani di Puglia Popolare, che esprimeranno 2 assessori nella Giunta Emiliano. Popolare sì, ma non in aula, perché Di Fonso almeno per il momento non fa gruppo con il consigliere comunale e regionale Sergio Clemente (che come si sa non lascerà il suo scranno a Palazzo di Città in favore del secondo classificato Saverio Cassitti).
“Rignanese col suo gesto mette in difficoltà il sindaco – dice un insider landelliano – sarebbe dovuto rimanere nella Lega, non si voterà a breve: ha già avuto tanto, la delega all’illuminazione, il presidente di uno dei collegi di revisione delle partecipate. Così è normale che ogni consigliere pretenda postazioni di sottogoverno”.
Intanto era circolata una voce su Leo Di Gioia. Il patto federativo tra Forza Italia e Noi con l’Italia di Maurizio Lupi è ancora in piedi e va al di là del momento elettorale, ma Di Gioia per il momento non ha dichiarato di far parte del gruppo azzurro in consiglio. C’è chi racconta di un suo smarrimento dopo il risultato delle scorse regionali in Forza Italia. Per un attimo l’ex assessore regionale all’Agricoltura avrebbe persino pensato di dire addio alla politica e dimettersi da consigliere comunale. A fermarlo sarebbe stato proprio Landella, le sue dimissioni infatti porterebbero in aula con la surroga il civico ed ex renziano Antonio De Sabato, figlio dell’ex provveditore Giuseppe De Sabato, ma spostato a sinistra e strenuo oppositore del sindaco con la sua associazione Possibili Scenari. Di Gioia, però, interpellato da l’Immediato su questi ultimi rumors, si limita a sorridere. Ulteriori bufale sul suo conto insomma.