
Giorgia (nome di fantasia), 35 anni, foggiana, è molto arrabbiata con il governatore Michele Emiliano. Madre di 4 figli, di cui tre piccolini (due gemelle di 7 anni in seconda elementare) un maschietto di 9 anni e una ragazzina di 10 anni all’ultimo anno, con la chiusura delle scuole ha visto di nuovo franare, dopo l’esperienza del lockdown, la sua giornata di donna lavoratrice e imprenditrice. Suo marito, agente di commercio, esce la mattina e torna la sera.
“Questa misura di Emiliano è una grandissima presa per i fondelli, noi abbiamo un’attività in proprio, ho un’attività autonoma, un negozio. Come tutti ho subito il colpo, le vendite sono calate, ma quello è il danno minore finché si cerca di lavorare, ma quando c’è da gestire dei bambini il problema si fa più importante. Come faccio ad occuparmi di loro? Non posso permettermi una baby sitter, né posso lasciarli ai miei genitori”.
Nella scuola dei suoi bambini, la San Pio X, nessuna classe è stata mai quarantenata. In un mese di scuola non c’è stato nessun contagio. “Da noi non è stata mai chiusa nessuna classe, tutta la scuola è organizzata al meglio, il paradosso è che sia per il maschietto che gioca a calcetto che per le sorelle gemelle che praticano atletica ci è arrivata la comunicazione dalla Figc sulla prosecuzione degli allenamenti. Possono allenarsi ma non possono stare in classe fermi, seduti al banco e distanziati? Iniziamo a scaglionare gli ingressi, per evitare assembramenti. Abbiamo già tolto tutto a questi bambini, erano così contenti di essere tornati a scuola”. Giorgia sarà al flash mob organizzato dai genitori davanti alle scuole domani.
Come l’hanno presa i bambini? “La grande si è messa a piangere, a 10 anni si inizia ad avere un rapporto con gli amici. Non c’è lo scandire del tempo scolastico, non c’è il senso di responsabilità. Emiliano ha preso questa scelta, ma non ha considerato che dietro ci sono persone che lavorano. Potrei pagarmi la babysitter, ma una anche lei ha una sua vita privata, chi mi dice che non mi contagi in casa? Sono veramente arrabbiata, tutto è stato fatto per favorire i pediatri, che accusano le lungaggini. Ma mi chiedo: perché Emiliano non ha investito nei test rapidi? La Puglia è stata l’ultima ad aprire la scuola, ne ha avuto di tempo per organizzare i dettagli. I ragazzi da soli, andranno nei centri commerciali”.
Come si organizzerà? “I bambini dovrei portarmeli in negozio, è l’unica alternativa, con tutto quello che questo significherà”, dice con amarezza.