Metta scatenato contro la Procura di Foggia. E l’associazione magistrati sbotta: “Autorità intervengano subito”

Infante e Gambardella nel mirino dell’ex primo cittadino di Cerignola. ANM: “Siano adottate tutte le iniziative, anche disciplinari”

L’ex sindaco di Cerignola, Franco Metta è senza freni sui social network. E attacca a spron battuto rivali politici, stampa e magistratura. Dopo lo scioglimento per mafia del Comune da lui amministrato, le invettive nei confronti della Procura di Foggia hanno fatto registrare un’escalation senza precedenti. Oggi pomeriggio, l’ufficio stampa della procura stessa ha diffuso un comunicato teso a sollecitare provvedimenti. La riportiamo.

La Giunta distrettuale dell’ANM di Bari, rilevato che, nella trasmissione ‘Il cielo è sempre più blu’ gestita su una piattaforma di comunicazione pubblica, l’avv. Francesco Metta, in data 20 settembre scorso, servendosi anche di espressioni di contorno di inaudita confidenza ed intollerabile dileggio, ha mosso inaccettabili ed infamanti accuse nei riguardi dei pubblici ministeri del Tribunale di Foggia, dott. Enrico Infante e dott. Marco Gambardella, sostenendo che sia in corso un loro uso distorto delle indagini per ottenere visibilità mediatica e condizionare l’azione politica;

evidenziato che il luogo del confronto tra accusa e difesa è certamente solo quello, civile, regolamentato e rispettoso dei ruoli di ciascuno, del procedimento penale e non già una improvvisata ribalta pubblica impiegata per la divulgazione di informazioni non rispondenti al vero, oltre che in alcun modo rettificabili dai destinatari delle accuse sorprendenti e delle frasi insolenti;

rilevato che gli addebiti, gratuitamente formulati ed infatti privi di qualsiasi fondamento anche con riguardo alla durata delle indagini ed alla loro genesi, non devono offuscare, nemmeno in minima parte, l’alto profilo umano e professionale dei due colleghi ingiustamente attaccati;

chiede che le autorità competenti intervengano immediatamente per impedire la reiterazione di simili comportamenti, ancor più gravi in quanto provenienti da un avvocato penalista di lunga esperienza, e che siano adottate tutte le iniziative, anche disciplinari, trattandosi di condotte ricorrentemente evocanti il proprio impegno lavorativo ma evidentemente del tutto disallineate rispetto alle puntuali prescrizioni dettate dal codice deontologico forense, che attengono anche agli aspetti della vita privata in grado di ledere l’immagine professionale”.



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