Operatori positivi in via Grecia, dipendenti Asl Foggia lavorano dalle finestre. “Altro che percorsi Covid, sembra di stare a Scampia”

Le immagini della Protesica dell’azienda sanitaria foggiana, utenti costretti a chiedere informazioni per gli ausili da una finestra. Con una temperatura di 30 gradi, senza nemmeno una sedia e con molti dubbi sulla tutela della privacy…

“Sembra di essere a Scampia”. Sono esasperati i lavoratori dell’Asl di via Grecia. All’esterno, sotto il sole rovente di settembre, alcuni cittadini in attesa in un vialetto stretto, sul retro, tra la siepe e il muro della palazzina. Un anziano si accovaccia per cercare riparo sotto la corta ombra delle piante. All’ingresso principale non c’è nessuno, carrozzine e reti ammassati su un lato del piccolo atrio alla fine della scalinata. La Protesica a Foggia “è in queste condizioni dal lockdown”. A raccontarlo a l’Immediato sono alcuni dipendenti: “I percorsi Covid ci sarebbero, ma abbiamo avuto disposizioni dalla dirigenza di operare in questo modo”.

Mediamente, ci dicono, “da noi arrivano 50-60 persone al giorno”. “Ci sono due uffici che fanno le stesse mansioni ma con procedure diverse – raccontano -, ma l’aspetto che ci preoccupa è che non ci sembra ci siano le precauzioni adeguate. Eppure i locali per avere percorsi Covid adeguati ci sarebbero”. Dopo i casi di positività tra gli operatori riscontrati nei giorni scorsi, il clima è sempre più teso. Qualcuno è rimasto a casa, altri sono in servizio.

Il viavai dei cittadini è il solito nelle strutture del Distretto. Il dirigente, Leonardo Troiano, fa sapere che “si tratta di una situazione di emergenza”. “Purtroppo c’è una pandemia da affrontare – dice – e dobbiamo tutelare la salute pubblica. Ci stiamo attivando, già da lunedì partiremo con procedure diverse, con percorsi definiti. Ma la fila fuori di questi tempi si vede dappertutto, anche alle Poste…“. Certo, che lo dicano da un’azienda sanitaria locale fa specie. Se “i percorsi Covid esistono”, perché si continua a lavorare dalle finestre? “Non lo sappiamo – concludono alcuni dipendenti -, sono le direttive che abbiamo avuto”.

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