L’europarlamentare leghista, Massimo Casanova in provincia di Foggia, tra Monte Sant’Angelo e subappennino dauno. Nella città dell’Arcangelo, “mister Papeete”, grande amico del “capitano” Salvini ha fatto tappa in una bar per un incontro con i simpatizzanti. In sua compagnia, i politici foggiani Paolo La Torre e Joseph Splendido, quest’ultimo candidato alle prossime Regionali. Grandi sorrisi, abbracci e foto di gruppo. Ma nella truppa spuntano personaggi noti agli inquirenti: proprio accanto a Casanova, con maglietta gialla, ecco Raffaele Rignanese, 38 anni “già segnalato nella Banca Dati delle Forze di Polizia – scrissero in una nota stampa i carabinieri –, soggetto ritenuto vicino ad alcune famiglie appartenenti alla criminalità garganica”. Rignanese, allevatore del posto, fratello del pregiudicato Bartolomeo, fu arrestato nel 2018 per armi. Assolto, invece, per un’altra vicenda, quella del maxi furto presso un’azienda di Cagnano Varano. Per questa storia finì in manette insieme a montanari e sammarchesi. In foto, anche Michele Primosa, primo da sinistra, seduto con maglia rossa, della nota famiglia omonima, protagonista di una sanguinosa faida contro il clan Li Bergolis.
“A Monte Sant’Angelo, per un saluto ai nostri dirigenti e militanti e un incontro proficuo con i cacciatori locali e gli allevatori del Gargano – ha scritto Casanova su Facebook, postando la foto –, che hanno bisogno di misure sostenibili ed economicamente giuste per tornare a vivere. Sono dalla parte di tutte queste cause, le conosco sulla mia pelle e il mio impegno è garantito. La prossima Regione Puglia farà tutte queste cose”.
Le foto di Salvini
Leghisti non nuovi a “gaffe” di questo tipo. Già in passato, proprio il leader Salvini si fece immortalare con l’ex boss della mafia pugliese, affiliato a Cosa Nostra, Salvatore Annacondia detto “Manomozza”, in un sorridente selfie. Poi la foto con Luca Lucci, capo ultrà della Curva Sud del Milan, già condannato a quattro anni di carcere per aver fatto perdere un occhio a un tifoso interista durante una rissa, ma noto anche per spaccio di droga. Secondo gli inquirenti, Lucci lavorava per un’associazione criminale votata alla vendita di stupefacenti composta da calabresi e albanesi. Forse la Lega dovrebbe rivedere qualcosa in merito a comunicazione e propaganda social.