La polizia su ordine della Procura di Foggia si sarebbe presentata al Comune in Via Gramsci, nell’Ufficio dell’Emergenza abitativa, per ritirare alcuni faldoni sulle assegnazioni di alloggi degli ultimi anni. Al centro del focus via Lucera e altri casi caldi; ci sarebbero persone assegnatarie senza diritti e altre che si sono rivendute l’alloggio. Ad alcune case popolari non corrisponderebbe l’assegnatario originario, ma un altro soggetto terzo sopravvenuto.
Qualche giorno fa la Commissione Case, che lavora a tutela dei cittadini, si è riunita con l’insediamento anche dei due rappresentanti Anci Paolo Belmonte e Vladimiro Cimaduomo, e ha valutato 3 casi del Comune di Candela, i 3 ricorsi per la riassegnazione dei punti in graduatoria per il paese dei Monti Dauni però sono stati bocciati.
Per la città capoluogo, l’organismo continua ad avere la mani legate. Secondo la legge, infatti, la Commissione può e deve valutare il lavoro svolto per l’istruttoria e la graduatoria redatta, che dovrebbe essere messa su entro 3 mesi dall’ultimo giorno utile per il ricevimento delle domande.
Ebbene il Comune di Foggia ha istituito il bando per gli alloggi nel 2016, in tre mesi la graduatoria sarebbe dovuta essere pronta, ma sono passati 4 anni: è ancora legittimo lavorare alla sua pubblicazione? Non è ormai scaduta e irregolare? Attualmente la prassi istruttoria della graduatoria ancora non si completa. È per questo che più di un esperto e in particolare Belmonte spinge per un nuovo bando, dal momento che senza graduatoria la Commissione, per il Comune di Foggia, non ha motivo di esistere.
“Qui è tutto bloccato, solo il sindaco ha la titolarità di fare le assegnazioni, passa tutto da lui. Fortunatamente le assegnazioni decise un po’ di tempo fa stanno andando in porto grazie all’Arca Capitanata di Denny Pascarella. Mi sono insediato lunedì scorso e ho detto chiaramente: sappiate che sono qui a tutela dei meno abbienti, non delle cooperative”, spiega Belmonte, che è stato presidente dell’ex Iacp negli anni d’oro delle costruzioni di case popolari e nell’unico momento in cui furono abbattute le baracche a Borgo Croci, oggi tutte “rinate”. Il mancato abbattimento in via Lucera così come la mancata demolizione dei container è un altro tema spinoso per l’amministrazione.
La tensione abitativa è gravissima, l’unico piano previsto, che si aggiunge all’operazione Arca dell’acquisto e dello sgombero dei soggetti senza più titolarità, è quello in zona ippodromo, con la realizzazione di 180 alloggi. Ma ci vorrà qualche anno.
“Non ci sono ricorsi, in assenza di graduatoria non può esserci nessuna azione da parte della Commissione. Se anche si sapessero delle cose scomode in Commissione, tutto verrebbe rinviato all’amministrazione, perché un componente, Vladimiro Cimaduomo è cognato del sindaco Landella, marito di sua sorella”, rileva Belmonte.