
“Devo continuare a cercare la verità. Un genitore non può arrendersi. Per lui farei tutto”. Luisa Lapomarda non molla e anche a “Chi l’ha visto” ha portato la sua battaglia per la verità. Suo figlio Francesco Armiento è scomparso a Mattinata il 27 giugno 2016, quando aveva 29 anni, vittima di lupara bianca. Il suo caso è legato a ciò che aveva visto anni prima, quando fu testimone di un omicidio all’età di 20 anni? Questo il quesito posto dalla trasmissione di Rai 3.
Ma forse c’è dell’altro. Almeno tre le piste battute dagli inquirenti: una porta, appunto, all’omicidio di Gianluigi Quitadamo nel 2009, il macellaio ucciso con alcuni colpi di fucile a canne mozze nelle campagne lungo la strada tra Manfredonia e Mattinata. Con lui in auto c’era proprio Armiento, testimone oculare di quel brutale assassinio.
“Dopo quell’episodio nulla fu più come prima”, ha detto Lapomarda. Ma perché liberarsi di Francesco solo adesso? Quando scomparve, il giovane non aveva un lavoro ed era da poco finito un amore. “Era dolce, mai una parola fuori posto. Sì, aveva degli amici che non avrebbe dovuto frequentare. Sapevo che non erano personaggi raccomandabili ma mio figlio non è mai stato in carcere”. Ma negli ultimi mesi, come ha spesso ricordato la donna, “era cupo e triste”.
L’altra pista è riportata nelle carte dell’inchiesta: “Emerse che in data prossima alla sua scomparsa – scrisse il pm –, Armiento effettuò in anonimo una chiamata alla centrale operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri denunciando la detenzione di armi da parte di un amico. Tuttavia una simile piattaforma indiziaria, in assenza di ulteriori elementi obiettivi a suffragio, spinge a formulare una prognosi necessariamente infausta circa la tenuta dell’accusa in dibattimento”.
Ultima pista, quella sentimentale. Il presunto flirt con la moglie dell’amico (lo stesso della storia delle armi), una vicenda commentata anche da Michela Armiento, sorella di Francesco, intervistata dalla giornalista di “Chi l’ha visto?”.
Ma come andarono le cose quel 27 giugno 2016? Francesco uscì di casa presto, alle 6. D’estate faceva il parcheggiatore nel vallone di Mattinatella. Fu visto in zona fino all’ora di pranzo, poi nel pomeriggio in paese. Un parente lo salutò mentre il giovane si trovava in un’auto bianca con un braccio fuori dal finestrino. Dalle telecamere di videosorveglianza gli inquirenti non riuscirono a risalire alle persone presenti nel veicolo. Durante la giornata, Armiento avrebbe fatto tappa anche in una zona isolata nei pressi di un ponte per un misterioso appuntamento. Infine, alle 20:30 sarebbe stato visto per l’ultima volta in un circolo ricreativo. La mattina dopo la madre non lo trovò. “Pensavo che stava con una ragazza e non volevo disturbarlo ma dopo aver saputo che non si era visto neanche al lavoro allertai subito i carabinieri”.
Oggi mamma Luisa, tra le lacrime, continua a cercare giustizia. È conscia del fatto che suo figlio non c’è più, ucciso dalla criminalità. Ma è sempre determinata a scoprire la verità per dare un volto agli assassini: “Sembra che mio figlio non sia mai vissuto in questo paese – ha ammesso con rammarico -. Non so cosa fare e a chi rivolgermi. Non conosco nessuno, sono sola”. Per la sorella Michela c’è chi sa ma non parla: “Non ho paura, siamo persone pulite. Ci aspettiamo qualche aiuto dalla gente perbene e onesta. Che possano sostenerci per ottenere la verità”.
Il servizio si è chiuso con le parole durissime di mamma Luisa: “Siamo tutti vittime, siamo morti con lui. Hanno ucciso l’intera famiglia”. QUI IL SERVIZIO COMPLETO, dal minuto 1:55:00