Zero casi negli ultimi tre giorni. Ma soprattutto il dato complessivo di 887 guariti in provincia di Foggia. I numeri dell’Asl fanno ben sperare per i prossimi mesi. Adesso la Regione Puglia sta ricalibrando il sistema rispetto al nuovo fabbisogno, con la missione difficilissima di ridurre le liste d’attesa, già lunghissime prima dell’emergenza Covid-19.
“Non sarà facile richiamare una per una 55mila persone, abbiamo attivato 10 linee con 10 operatori per recuperare più tempo possibile – commenta il direttore generale, Vito Piazzolla -, iniziando dagli appuntamenti a ridosso del lockdown e dalle piccole comunità dei Monti Dauni e del Gargano, prediligendo branche preminenti come cardiologia e diabetologia. Il nostro sistema ha saputo reagire e modellarsi durante i picchi pandemici, non era affatto semplice perché abbiamo gestito fino a 3mila persone, ora abbiamo 71 persone in ospedale e 73 trattate a domicilio”.
Uno scenario che ha fatto ‘saltare’ alcuni percorsi ad hoc nelle Udt e a Manfredonia. Nella nuova fase bisognerà rispondere ai bisogni di salute negati a causa del Coronavirus. “Stiamo lavorando per recuperare le prestazioni ma, allo stesso tempo, per far sì che il sistema si dimostri pronto ad una eventuale nuova ondata, perché il virus non è scomparso – commenta Piazzolla -. Il dato che dà fiducia è la percentuale di guariti a domicilio, circa il 67%. Sul totale cumulativo di 1187, abbiamo 144 attivi che sono in attesa di uscire dalla patologia. Abbiamo attraversato una fase durissima offrendo assistenza e sorveglianza attiva a casa delle persone, fornendo device di supporto ai percorsi terapeutici e attivando percorsi sinergici con gli ospedali”.
Il turnover frenetico di pazienti negli ultimi due mesi e mezzo ha richiesto una rapidità di rimodulazione dell’organizzazione inusitata. Dal primo marzo sono stati eseguiti 18mila tamponi. “Non c’è improvvisazione in questo settore – sottolinea il manager che nelle ultime ore naviga sotto le scure nubi baresi del possibile ricambio alla guida dell’azienda -, stiamo lavorando per la Fase 3 con protocolli rigidissimi”. Gli stessi che, al momento, taglierebbero fuori molte strutture fragili (in particolare piccole Rsa ed Rssa) dalla possibilità di assistere adeguatamente pazienti nella fase post Covid.
Il governatore Michele Emiliano dovrà entrare nel dettaglio delle nuove regole, attribuendo un compensazione economica ritenuta “congrua”, alle strutture che dovranno essere in grado di affrontare possibili ritorni del virus. Da questo punto di vista, sono state date “garanzie” sulla remunerazione dei singoli posti letto anche durante le fasi di isolamento per 14 giorni in stanze singole. Regole stringenti, dunque. che bisognerà garantire assieme alle attività ordinarie.