I fittiani sono certi che alla fine la Lega, nonostante la proposta di candidatura di Nuccio Altieri, già bocciato dai 108 leghisti di Puglia vicini all’europarlamentare Andrea Caroppo, dovrà tornare sui suoi passi e accettare la leadership di Raffaele Fitto, candidato del centrodestra unitario.
“I salviniani hanno studiato il Tatarellum e sanno che con l’8% andando da soli non eleggono nessuno, per questo accetteranno Fitto. Altrimenti andranno tutti via dalla Lega. Gli scenari sono 2: o tutti insieme si vince e si trova a Nuccio Altieri un posto dato che Invimit sta per scadere oppure divisi con Fitto che vince o perde di misura e loro che non fanno l’8% causa voto utile, vanno tutti a casa e restano solo i fedelissimi del buen retiro di Bosco Isola”, dice un osservatore accorto del centrodestra barese.
I veti della Lega secondo molti non valgono nulla, valgono solo se si ha potenza di fuoco e se si hanno mani liberi con una posizione di potere, tuttavia alcuni insiders salviniani fanno sapere che qualche giorno fa proprio nella tenuta di Bosco Isola dell’europarlamentare Massimo Casanova ci sarebbe stata una riunione tra i segretari pugliesi del centrodestra, nel corso della quale si sarebbe stabilito che per superare l’impasse né Fitto né Altieri, un tempo amicissimi col primo compare di fede del secondo, avrebbero dovuto essere i candidati anti Emiliano. Serve un terzo nome, insomma.
Al momento se ne fanno di disparati, dal grande giornalista Nicola Porro al generale Giuseppe Silletti impegnato contro la Xylella, ma l’ipotesi che piacerebbe ai salviniani e che consentirebbe la tregua con i Fratelli d’Italia è candidare l’onorevole Marcello Gemmato.
“L’accordo è siglato, la Meloni è intenzionatissima a supportare Fitto, c’è l’accordo dopo il Copasir, oggi Gemmato è come Altieri, non ha la forza di impatto che ha Fitto. È pacifico che il candidato sarà il leader di Maglie, stiamo assistendo solo agli strepiti della Lega, che ha lanciato la sua candidatura, consapevole di essere in caduta libera. In questo modo contrattano la vicepresidenza e qualche altro assessorato forte in caso di vittoria”, dice un convinto Bruno Longo, prossimo candidato alle regionali nella lista dei Fratelli d’Italia.
È molto seccato dalla situazione generale il co-coordinatore del partito di Meloni Giandonato La Salandra. “Non si è mai visto che un partito imponga ad un altro il nome da candidare. Se la Lega ha dei problemi li risolvessero con i congressi, le loro conte interne non si possono riversare sulla Puglia. I Fratelli d’Italia sono oltre il 15% in Puglia, noi vogliamo lavorare per la regione. La Lega ha alzato il tiro prima che i consensi si riducano sensibilmente. La candidatura di Gemmato è in piedi da novembre, ma se il candidato lo deve individuare Fratelli d’Italia, individua il candidato migliore per la regione. Che Marcello Gemmato sia una soluzione magnifica, che sia rappresentativo di un mondo nessuno lo può mettere in discussione, ma FdI ha individuato Fitto. Il signor Matteo Salvini ha sottoscritto un documento, la Lega non può condizionare le scelte di un altro partito, anche perché ad oggi io non ho ancora capito quale sia la pregiudiziale su Fitto. Rossano Sasso ha detto che Fitto aveva già perso la sfida, ma non mi sembra che Nuccio Altieri sia un vincente”.
Secondo La Salandra la Lega sta giocando la sua strategia per la sopravvivenza, con i sondaggi in calo. “Noi stiamo cercando il candidato migliore per la Puglia o dobbiamo risolvere le rese dei conti della Lega? Non si gioca a risiko con le regionali, abbiamo 15 anni di centrosinistra da superare e cancellare, perché abbiamo un tessuto economico devastato, FdI è l’unico partito che alla protesta lega le proposte economiche e sociali, non ce ne siamo mai andati dietro i leitmotiv propagandistici, ma se la Lega vuole che dobbiamo stare sotto l’ombrellone a capire chi deve essere il presidente, io non ci sto. È un suicidio per la Puglia e per i pugliesi, forse non si sono resi conto di quello che è successo in questi 3 mesi”. (In alto, Fitto, Gemmato ed Emiliano)