“Il presidente del Consiglio Leo Iaccarino mente quando addebita a me la mancata seduta di questa mattina. Erano assenti i consiglieri Cavaliere, Cusmai, Clemente, Quarato, Fusco, Di Gioia e Fiore. Ma recupereremo, fino a stanotte avremo tempo per la elaborazione del documento congiunto”. È quanto dichiara a l’Immediato l’azzurro Raffaele Di Mauro dopo l’acceso comunicato stampa del campionissimo presidente del consiglio del Comune di Foggia.
Lo scontro tra Landella e Iaccarino, con l’impossibilità per il sindaco di presentare una mozione di sfiducia contro di lui per le note ragioni di regolamento, si è spostato sul piano politico dentro Forza Italia, dove Iaccarino intende rimanere e giocare un ruolo di primo piano, ostacolando alcune manovre dei landelliani di ferro.
I nuovi assetti dentro la maggioranza, le imminenti elezioni regionali e la caduta libera della Lega in Italia e in Puglia, rendono eccessiva la quota leghista nell’esecutivo, ragion per cui Landella, che non può permettersi ora di esternalizzare il pallino della decisione in materia urbanistica, sta meditando di sostituire l’assessore al ramo Paolino Latorre, che è anche vicesindaco, con il fedelissimo, amico e collega Asl, Francesco Morese, la qual cosa libererebbe in aula anche un posto al primo dei non eletti della civica DestinAzione Comune, ossia Antonio Annecchino, tra gli uomini più determinanti in campagna elettorale al quartiere Cep e in attesa da tempo di rientrare in consiglio.
La vicesindacatura con una delega al Bilancio sarebbe ambita proprio dal forzista Di Mauro, che in base alla surroga farebbe entrare al suo posto il vocalist Micky Sepalone, ma stando ai rumors Leo Iaccarino si opporrà con tutto se stesso a questi piani. “Di Mauro sarà il mio bocconcino, è stato colui che più di tutti ha architettato una congiura ai miei danni, può scommetterci: non diventerà né vicesindaco né assessore”, va ripetendo Iaccarino ai suoi.
In realtà il piano degli azzurri landelliani è molto composito, perché prevedrebbe contestualmente la nomina di Di Mauro e le dimissioni di Antonio Bove dal Bilancio, in modo che quest’ultimo nominato assessore, quando ancora non era slittata la sua graduatoria nella lista di Forza Italia, si ritroverebbe sicuro in aula, come consigliere, schernendo così il vocalist Sepalone.
“È questione di tempistica. Se Bove si dimettesse prima dei giri di valzer, sarebbe lui il primo dei non eletti e non Sepalone. Stesso discorso per Sonia Ruscillo. Alla fine, sic stantibus rebus, se Sepalone divenisse consigliere comunale, il primo dei non eletti diverrebbe il candidato, che nella lista di FI è immediatamente successivo a Sepalone”, spiega un esperto di regolamenti.
Insomma la quarantena è servita a studiare bene il meccanismo che incastrerà ogni casella amministrativa in un’unica regia e al massimo consenso autunnale.