Quasi venti, lunghissimi, minuti. Una giovane paziente positiva al Covid-19, ventilata, assistita da alcuni medici e infermieri, è rimasta bloccata all’interno dell’ascensore del Policlinico “Riuniti” di Foggia in attesa dell’intervento della squadra di manutenzione. Sul posto è intervenuta anche una squadra dei Vigili del fuoco. Secondo quanto ci viene riferito, è la terza volta che accade un episodio del genere.
Il primo sarebbe accaduto circa 40 giorni fa, con un paziente straniero di 37 anni poi deceduto (in quel caso l’ascensore sarebbe rimasto fuori uso per più tempo). Il ragazzo aveva problemi respiratori (era nel percorso Covid pur non essendo positivo al virus) e si sarebbe trovato nello stesso scenario di oggi, in una fase critica delicata dell’assistenza. Alcuni medici hanno sollevato il problema, evidenziando al direttore generale, Vitangelo Dattoli, la situazione di pericolo a cui sono esposti pazienti e personale. Il Policlinico garantisce una squadra di manutentori h24. Ma non basta. Perché i casi di malfunzionamento (o di blocco) cominciano ad essere troppi.
Già a marzo scorso, i sanitari avevano segnalato l’anomalia nell’unica via d’accesso alla Rianimazione: “Gli ascensori, unica via d’accesso alla nuova Rianimazione Covid, si bloccano spesso e in alcuni casi risultano fuori servizio”, ci avevano raccontato alcuni medici. La situazione da allora non è mutata. Anzi. “Abbiamo paura, qui si rischia la vita – ci raccontano dal reparto -. Noi quell’ascensore dobbiamo prenderlo sempre per scendere, per accompagnare i pazienti, possiamo mai rischiare di rimanere bloccati in ascensore?”, concludono.