Prosegue l’attività investigativa della squadra mobile di Foggia che ieri pomeriggio ha tratto in arresto i tre latitanti Francesco Scirpoli, Angelo Bonsanto e Pietro La Torre.
Gli inquirenti si stanno concentrando sulla rete di fiancheggiatori che hanno protetto ed agevolato la latitanza dei tre ricercati, ritenuti elementi apicali dell’organizzazione mafiosa “Lombardi-Ricucci-La Torre”.
Già nella tarda serata di ieri è stato tratto in arresto il proprietario del covo nel quale sono stati scoperti i tre malviventi. Si tratta di un uomo di 55 anni, Antonio Radatti originario di San Marco in Lamis (paese dove i latitanti godrebbero di vari agganci), il quale aveva messo a disposizione dei tre fuggitivi un casolare, ubicato all’interno di una cava di Apricena (tra la città della pietra e Poggio Imperiale), per trascorrere agevolmente la latitanza. L’uomo dovrà rispondere di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena con l’aggravante mafiosa.
Gli investigatori hanno setacciato l’immobile all’interno del quale sono state rinvenute radio ricetrasmittenti, telefoni cellulari del tipo usa e getta, diverso denaro contante, nonché viveri ed alimenti.
All’interno delle autovetture parcheggiate nei pressi del rifugio sono stati trovati indumenti ed altro materiale molto interessante per il prosieguo delle indagini che sono coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Le ulteriori attività investigative sono tese a verificare da quanto tempo i latitanti si trovassero nel covo dove sono stati catturati ed i loro movimenti precedenti nonché la rete di fiancheggiatori che li ha coperti ed agevolati nel sottrarsi alla cattura.
In serata i tre latitanti e la persona che li ospitava sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Foggia dalla quale Bonsanto e Scirpoli erano evasi il 9 marzo. La posizione del fiancheggiatore arrestato è al vaglio della Procura della Repubblica di Foggia.
Ricordiamo che in compagnia degli arrestati sono stati sorpresi Michele Lombardi detto “U’ Cumparill”, figura che sarebbe di rilievo nel mondo della criminalità organizzata di Manfredonia, figlio del boss Matteo Lombardi, Antonio Renzulli detto “Tonino u’ sicilien” e Lele Russo. Al vaglio la posizione di ognuno di loro.