Da un lato la crescita vertiginosa del traffico web, che in certi casi vale il 150% e che ha fatto gongolare Umberto Cairo, ormai virale col suo video indirizzato agli agenti pubblicitari di Corriere e La7, dall’altro il calo delle copie di carta vendute dai grossi giornali, che già vivevano un emorragia di lettori importanti e progressiva anno dopo anno.
Il Coronavirus non sta facendo bene alla carta stampata, che perde copie anche nella vendita dei pdf digitali, tanto che alcuni esperti si sono spinti a dire, oggi dopo anni di crisi, che è proprio il layout giornale con la sua grafica ad essere fuori dal tempo e a non attirare le giovani generazioni.
A Foggia molte edicole sono ormai in vendita, chi resiste è una sorta di eroe. Ma col DPCM il restare aperti nonostante tutto è diventato uno sforzo notevole.
“Vendo meno giornali, la gente non esce – dice l’edicolante di via Lucera -. I quotidiani non si vendono, il resto si vende ma sempre in maniera limitata. Oggi ho venduto poche copie, il giornale più venduto è la Gazzetta, di solito una quindicina di copie, ma adesso molte meno. L’unico prodotto per cui si guadagna qualcosa sono i giochi dei bambini, anche loro costretti in casa. I genitori vengono a comprarli per fare qualche regalino, per far perdere tempo”.
Lo storico Luigi di via della Repubblica ha ingaggiato una battaglia; qualche giorno fa molti giornali avevano annunciato la possibilità di ritirare la propria copia direttamente dal distributore, che lo avrebbe consegnato a casa. “E che facciamo, noi siamo aperti e i distributori ci scavalcano?”, è la domanda di Luigi.
“La vendita naturalmente non è aumentata – spiega a l’Immediato – ma chiaramente è fortemente diminuita, parliamo di un 40% in meno, però lo Stato ci ha dato questa etichetta di attività essenziale, perciò restiamo in prima linea. Cerchiamo di non scoraggiarci e di spiegare alle persone quanto è importante l’informazione di qualità, reale e vera, perché in questo momento girano molte notizie non ufficiali, molte fake. Invitiamo le persone a leggere le informazioni reali e a vedere un buon telegiornale”.
Sarà il colpo di grazia per la carta stampata? “Noi ci auguriamo fortemente di no, ci auguriamo di uscire più forti di prima. Però abbiamo bisogno dell’aiuto degli editori che molto spesso sono latitanti, oggi ci mettono in prima linea dicendo che noi edicolanti siamo importantissimi, ma fino all’altro giorno siamo stati messi da parte. L’invito che facciamo attraverso il nostro sindacato, lo Snag, è che gli editori ascoltino la voce degli edicolanti, che è la voce del popolo italiano. Siamo tantissimi in tutta Italia, siamo in difficoltà, abbiamo bisogno dell’aiuto dello Stato ma anche della federazione degli editori, devono mettersi una mano sulla coscienza e una sul portafogli. Ricordiamo che le nostre percentuali sono ancora ferme all’età della pietra”.