Prosegue la caccia ai 23 detenuti evasi ieri dal carcere di Foggia, alcuni dei quali sarebbero legati alla mafia garganica, come riportato stamattina da l’Immediato. Tra i ricercati anche Cristoforo Aghilar, 37enne di Orta Nova arrestato per il femminicidio dell’ex suocera, Filomena Bruno. Ma l’uomo è noto anche per i suoi legami con gruppi che assaltavano gli sportelli bancomat.
La protesta di ieri per le restrizioni da coronavirus ha creato il panico in città. Disordini favoriti anche dall’impressionante sovraffollamento del carcere: oltre 600 reclusi riempiono il penitenziario di via delle Casermette a fronte di una capienza di 365 unità. A tutto questo va aggiunto che i poliziotti penitenziari sono sotto organico; circa 80 agenti in meno rispetto ai 320 previsti.
Intorno alle metà del mese di febbraio, è stato chiuso il reparto dell’Alta Sicurezza (As), riservato ai detenuti “in odor di mafia”. Tutti trasferiti in altre strutture, si tratta di alcune decine di ristretti. Un reparto che fino a poche settimane fa ospitava anche elementi di rilievo della criminalità organizzata di Foggia e provincia. In As sono transitati alcuni degli esponenti di vertice della Società Foggiana e della mafia garganica, molti dei quali condotti altrove già prima della chiusura della sezione.
Non avendo condanne per mafia, né accusati di reati aggravati dalla mafiosità, si trovavano tra i detenuti comuni alcuni degli uomini fuggiti ieri dal penitenziario. Personaggi che magistrati antimafia (DDA) e forze dell’ordine inquadrano comunque all’interno delle organizzazioni criminali di Capitanata. La caccia continua.