È libero Pasquale Moretti, 43enne capo della batteria della Società Foggiana, Moretti-Pellegrino-Lanza. Numero due del gruppo criminale, guidato dal padre Rocco Moretti alias “U’ Purk”, detenuto a L’Aquila al 41 bis.
Pasquale, soprannominato “Porchetto”, è ritenuto dagli inquirenti un elemento apicale nel mondo della mafia di Capitanata. Suo figlio Rocco junior ricopre a sua volta un ruolo sempre più preminente all’interno delle logiche delinquenziali foggiane.
Nell’ambito del processo “Reckon”, i giudici della Corte d’Appello di Bari hanno concesso a Pasquale Moretti l’obbligo di dimora a Orta Nova dove l’uomo si trova già dal febbraio 2019, inizialmente ai domiciliari. In precedenza era detenuto a Tolmezzo (Udine).
Moretti ha scontato quasi interamente i 4 anni di reclusione per stupefacenti inflitti nel processo a suo carico. In “Reckon” emersero gli affari di droga tra la batteria foggiana e il clan di Trinitapoli, Gallone-Carbone. Nel blitz fu arrestato anche Alfonso Capotosto, ex braccio destro di Moretti, divenuto collaboratore di giustizia. Al pentito Capotosto si è recentemente aggiunto Carlo Verderosa, entrambi ex “morettiani”.
La latitanza e i precedenti
Il 43enne capoclan fu arrestato il 18 novembre 2014, pizzicato dopo mesi di latitanza in un casolare di San Marco in Lamis, nascosto nei boschi del Gargano. All’epoca era ricercato in quanto doveva espiare 4 anni e 8 mesi per ricettazione e violazione della sorveglianza speciale.
Ma il curriculum criminale di Moretti iniziò a riempirsi molti anni fa. Mafia, armi, droga, tentato omicidio: c’è un po’ di tutto nei suoi precedenti giudiziari. I primi quando era ancora minorenne. La notte del 16 luglio 2007 era in auto con altre due persone quando due sicari in moto, mai individuati, gli spararono al rione Candelaro, ferendolo ad una gamba. Vicende emerse nell’operazione “Cronos” relativa alla guerra di mafia dell’epoca. Nel novembre 2018 fu invece assolto dalle accuse di mafia e di essere il mandante di un duplice tentato omicidio.
Coinvolto, infine, nel processo Babele, sempre per via dei suoi affari con i capimafia di Trinitapoli. Spuntarono collegamenti anche con le organizzazioni criminali della Calabria. In “Babele”, il “Porchetto” è accusato di spaccio, violazione della sorveglianza speciale e spendita di soldi falsi. Procedimento penale ancora in corso.
In una vecchia intercettazione, datata 15 giugno 2007 nel carcere di Palmi (RC), il padrino della “Società Foggiana”, Rocco Moretti disse al figlio: “A te teniamo, ormai il bastone è passato a te, hai capito a papà?”. (In alto, Pasquale e Rocco Moretti; sullo sfondo, il vecchio boss nel video del blitz Cronos)