
Collegamenti tra clan mafiosi di Foggia, Trinitapoli e Calabria. È emerso uno scenario lugubre e molto articolato sulla sussistenza di legami molto forti tra la batteria foggiana Moretti-Pellegrino-Lanza e il gruppo Gallone-Carbone di Trinitapoli. Pasquale Moretti, arrestato pochi mesi fa in un casolare del Gargano, sosteneva gli affari dei Gallone-Carbone sulla piazza foggiana attraverso lo smercio di banconote false (numerose 20 euro taroccate) e di droga. Ma non sono da escludere altri interessi come quelli nel mondo del racket.
Stamattina all’alba, i carabinieri di Foggia hanno dato una spallata al business dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 persone. 21 in carcere, 5 ai domiciliari, 5 con obbligo di dimora e un ricercato (un cittadino marocchino). Nell’operazione denominata “Babele” c’è la mano della Dda di Bari che ha svelato i nuovi assetti criminali operanti a Trinitapoli. Nell’indagine è emersa la contrapposizione tra i Gallone-Carbone e i Miccoli-De Rosa, protagonisti di numerosi fatti di cronaca. Gli indagati sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di molti reati. Traffico di droga, tentato omicidio, armi, rapine, ricettazione, danneggiamento e utilizzo di banconote false. Poi ci sono le estorsioni, applicate con il metodo mafioso.
Il grande capo e i pizzini in carcere

L’indagine, partita nel 2011, ha svelato un sodalizio criminoso dedito a svariate attività delittuose. Giuseppe Gallone, capo dell’omonimo gruppo, seppur detenuto nel carcere di Taranto per omicidio, continuava a tenere le fila del clan grazie a colloqui e pizzini in stile Provenzano che l’uomo girava alla sorella Giovanna, al marito di quest’ultima Vittorio Cicinato ma anche ad altre persone a lui vicini. Ad esempio la madre Marta Carbone, il cugino Francesco Gallone, Domenico Caprioli ed altri soggetti di minor spessore criminale, tutti fedelissimi. Negli anni, il boss è riuscito a garantire l’operatività della propria compagine, grazie anche ad alleanze intessute con organizzazioni criminali della provincia di Lecce – attraverso i contatti con Emiliano Vergine – e della Provincia di Reggio Calabria, tramite Rocco De Paola di Rosarno e Francesco Rullo di Rizziconi.
L’alleanza con i foggiani
I Gallone erano in stretto contatto con i Moretti-Pellegrino-Lanza e, secondo i carabinieri, non è da escludere che anche i Miccoli-De Rosa possano avere legami con qualche altra batteria foggiana (Sinesi/Francavilla?). In particolare è emerso il coinvolgimento del boss Pasquale Moretti, e di sua sorella Concetta, negli affari criminali dei Gallone, soprattutto nel traffico illecito di sostanze stupefacenti e banconote false, tale da delineare l’esistenza di una consolidata alleanza da contrapporre ai rispettivi gruppi criminali rivali.
Il business della droga
Cocaina, marijuana ed hashish erano le sostanze gestite e smerciate dall’organizzazione. Dal carcere Gallone impartiva ordini a madre, sorella e cognato sulle forniture e la successiva attività di spaccio, che veniva esercitata soprattutto nei pressi delle loro abitazioni. L’organizzazione poteva avvalersi anche della possibilità di auto approvvigionarsi attraverso la coltivazione di marijuana in proprio, come dimostra il sequestro di 70 Kg ed un’intera piantagione (1.320 piante) operato dai carabinieri lo scorso 17 settembre con l’arresto di Luigi Cicinato, padre di Vittorio. Sul versante delle estorsioni, tutte aggravate poiché condotte con metodologia mafiosa, sono cinque gli episodi emersi dalle indagini che vedono esercenti pubblici e titolari d’impresa vittime di Vito Carbone, Giuseppe Lafranceschina, Francesco Gallone e Vittorio Cicinato, tutti della “famiglia Gallone”, a cui versavano indebite somme di denaro poiché intimiditi dalla consapevolezza della caratura criminale e pericolosità del gruppo di appartenenza. I Gallone volevano espandere il proprio potere anche fuori dai confini di Trinitapoli. Da questo nasce l’esigenza di legarsi ai Moretti a Foggia ma anche ai calabresi. Con i clan di Reggio avevano tentato persino uno scambio di sostanze stupefacenti. Cocaina (che i calabresi posseggono in abbondanza grazie ai contatti nel Sudamerica) in cambio di eroina. Ma per questioni di tempo l’affare non è mai andato in porto.
Il racket, tra i 500 e i 700 euro al mese per “stare tranquilli”
Nel caso di un imprenditore, a cui avevano incendiato preventivamente il capannone, è emerso che lo stesso era vittima anche di Pietro De Rosa, elemento apicale della compagine criminale rivale dei Gallone. Per evitare grattacapi, alcuni imprenditori pagavano tra le 500 e le 700 euro al mese ad entrambi i clan. Inoltre, i boss pretendevano consumazioni gratuite per loro e per gli amici nei locali “controllati”. 5 le estorsioni emerse nel corso dell’indagine.
La guerra dei parcheggi a Margherita di Savoia
L’indagine ha fatto emergere anche la responsabilità di Francesco Valentino e Michelangelo Dassisti, pregiudicati di Margherita di Savoia, in relazione al tentato omicidio di Michele Caputo (contro il quale spararono sei colpi di pistola senza riuscire ad ucciderlo), avvenuto il 9 luglio 2011, nel parcheggio adiacente al lido Palm Beach di Margherita di Savoia. Una guerra nata per la gestione abusiva di varie aree di parcheggio, tra cui anche l’area adiacente al lido Palm beach, da parte della coppia Cicinato-Gallone, in collaborazione con Michele Caputo che rivestiva il ruolo di vero e proprio referente di zona. Dall’odierna indagine è trapelato il movente dell’agguato, riferito all’esistenza di tensioni con Valentino, per questioni economiche legate proprio alla gestione dei parcheggi.
Armi, droga e sequestri
Durante l’intera attività sono stati effettuati 15 arresti in flagranza di reato, sequestrati 200 grammi di hashish, 100 di cocaina, 75 Kg di marijuana, 1.320 piante della stessa sostanza stupefacente e 2 pistole con matricola abrasa. Documentati 153 episodi di detenzione di sostanze stupefacenti e 31 episodi di detenzione abusiva di armi.
TUTTI GLI ARRESTATI
CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE
- CAPRIOLI DOMENICO, NATO A FOGGIA IL 25.04.1987;
- CARBONE MARTA, NATA A TRINITAPOLI (BT) IL 01.03.1952;
- CARBONE RAIMONDO, NATO A CANOSA DI PUGLIA (BT) IL 28.06.1979;
- CARBONE VITO, NATO A BARLETTA (BT) IL 29.09.1977;
- CICINATO VITTORIO, NATO A CANOSA DI PUGLIA (BT) IL 26.11.1990;
- GALLONE GIOVANNA, NATA A CANOSA DI PUGLIA (BT) IL 23.07.1985;
- DE ROSA PIETRO, NATO A TRINITAPOLI (BT) IL 26.04.1978;
- GALLONE FRANCESCO, NATO A CANOSA DI PUGLIA (BT) IL 09.12.1983;
- GALLONE GIUSEPPE, NATO A TRINITAPOLI (BT) IL 31.08.1976;
- IODICE FELICE, NATO A TRINITAPOLI(BT) IL 21.12.1971;
- LACALAMITA TOMMASO, NATO A BARLETTA (BT) IL 20.12.1980;
- LAFRANCESCHINA GIUSEPPE, NATO A TRINITAPOLI (BT) IL 23.04.1977;
- MICCOLI RAFFAELE, NATO A TRINITAPOLI (BT) IL 04.02.1969;
- DASSISTI MICHELANGELO, NATO A BARLETTA (BT) IL 23.12.1980;
- VALENTINO FRANCESCO, NATO A MARGHERITA DI SAVOIA (BT) IL 27.11.1970;
- LOSURDO PAOLO, NATO A CERIGNOLA (FG) IL 25.06.1980;
- RUSSO FRANCESCO, NATO A CERIGNOLA (FG) IL 17.09.1975;
- MORETTI PASQUALE, NATO A FOGGIA IL 11.05.1977;
- VERGINE EMILIANO, NATO A CAMPI SALENTINA (LE) IL 10.05.1976;
- DEPAOLA ROCCO, NATO A ROSARNO (RC) IL 28.01.1959;
- RULLO FRANCESCO, NATO A CINQUEFRONDI (RC) IL 29.10.1987;
ARRESTI DOMICILIARI
- BENEDETTI TERESA, NATA A TRINITAPOLI (BT) IL 26.03.1951;
- D’APRILE FRANCESCO, NATO A MANFREDONIA (FG) IL 21.10.1945;
- SECCIA VITTORIO, NATO A CERIGNOLA (FG) IL 23.09.1961;
- GRINER FILIPPO, NATO AD ANDRIA (BT) IL 08.01.1982;
- CICINATO LUIGI, NATO A TRINITAPOLI (BT) IL 07.11.1961;
OBBLIGO DI DIMORA
- ABATINO GERARDO, NATO A CERIGNOLA (FG) IL 04.04.1973;
- CAVALIERE GIOVANNI, NATO A CANOSA DI PUGLIA(BT) IL 08.08.1975;
- D’AMORE PIERO, NATO A MANDURIA (TA) IL 11.08.1987;
- DEL NEGRO RUGGIERO, NATO A TRINITAPOLI (BT) IL 14.10.1975;
- MORETTI CONCETTA, NATA A FOGGIA IL 10.01.1976;
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