Sgominata da carabinieri e procura la “banda del buco”. Ben 14 i colpi messi a segno in un solo mese, questo la dice tutta sull’associazione a delinquere composta da otto persone, tutte arrestate.
Il gruppo criminale è ritenuto responsabile di furti a tabaccherie ma non solo, a Foggia, San Severo, Lesina, Serracapriola, Apricena, San Paolo di Civitate ma anche fuori regione, tra Abruzzo (Cupello, San Salvo e Casalanguida) e Molise (Trivento) tra i mesi di marzo e aprile del 2017.
In manette Domenico Perdonò, 27enne foggiano, già sottoposto alla sorveglianza speciale, pluripregiudicato per rapine, ricettazione, lesioni personali e furto, Lorenzo Battiante, 21enne foggiano con vari precedenti, Carmine Fantasia, 26enne di Vasto ma originario di Torremaggiore, pregiudicato per droga, Michele Gernone, 23enne di San Severo noto per ricettazione e armi, Davide Monti, 25enne foggiano già conosciuto per reati contro il patrimonio, Carlo Federico Rotunno, 29enne foggiano pluripregiudicato per reati in materia di droga, armi e furto, Raffaele Colanero, 27enne di San Severo con precedenti per false dichiarazioni a pubblico ufficiale e Matteo Notarangelo, 25enne di San Severo con precedenti per rapina, lesioni e danneggiamento. Tutti sono finiti in carcere tranne Colanero e Notarangelo agli arresti domiciliari.
Le indagini sono partite dal furto notturno ad una tabaccheria di Lesina, da quel momento gli investigatori, sia della procura che dell’Arma, partendo dai primi deboli indizi, attraverso un’accurata e paziente attività basata sulle tecniche più classiche fino a quelle più moderne, utilizzando anche il gps per il “pedinamento elettronico” hanno raccolto solidi e univoci indizi sulla batteria criminale tanto da scoprire 14 episodi, 6 consumati e 8 tentati ai danni di 13 attività commerciali.
Colpite tabaccherie, negozi di abbigliamento e una gioielleria. C’è anche il furto di un’auto utilizzata per uno dei colpi messi a segno. Bottino stimato? Intorno a 150mila euro.
Il modus operandi messo in atto consisteva nell’individuare obiettivi privi di sistema di allarme, grazie ad accurati sopralluoghi dei quali gli indagati si incaricavano a rotazione, per poi entrare in azione nel cuore della notte, tagliando serrande, forzando ingressi o, come in diversi casi, aprendosi delle brecce nei muri dei locali presi di mira.
Le indagini proseguono per recuperare i beni sottratti e individuare i ricettatori di cui la banda si serviva oltre che per acclarare il coinvolgimento della stessa in altri episodi, avvenuti anche più recentemente in provincia con le stesse modalità esecutive.