“È obbligatorio indossare la mascherina. Reparto infettivi, vietato entrare”. Il messaggio, con il limite perentorio dell’accesso singolo per le visite ai pazienti ricoverati, è rimasto affisso per qualche ora all’ospedale D’Avanzo di Foggia. Prima del “richiamo” e della rimozione. Il provvedimento è stato voluto dalla direttrice, Maria Pia Foschino, a “scopo precauzionale, vista la particolare utenza dei pazienti, in gran parte anziani con patologie infettive”. Proprio il bersaglio critico del Coronavirus.
“Lo abbiamo fatto togliere, lo avevamo messo solo per tutelare la popolazione. Non ci aspettavamo reazioni di questo tipo. Al momento non c’è nulla, è stata solo una iniziativa preventiva. In tutta Italia, anche dove non c’è nessun problema dal punto di vista epidemiologico, hanno preso questo tipo di provvedimenti. A San Giovanni Rotondo lo hanno fatto già da ieri. A maggior ragione da noi, dove ci sono reparti generalmente con problematiche infettive, a prescindere dal Coronavirus, bisogna avere determinate precauzioni. Chi si ricovera in Pneumologia ha già problemi da questo punto di vista. Per questo rimarco il fatto che ci sembrava una maniera logica di tutelare pazienti e visitatori”.
La docente sottolinea come, in alcuni casi, arrivino ben 10 parenti o conoscenti per far visita ad un paziente. In una stanza con 3 posti letto significa avere un affollamento di 30 persone. Dunque, si configurerebbe una situazione potenzialmente favorevole a qualsiasi tipo di contagio.
“Sembra assurdo che si possa fare polemiche per un messaggio di quel tipo, finalizzato esclusivamente a tutelare gli interni e gli esterni – commenta ancora -, noi dobbiamo prendere delle decisioni. Questo non deve creare ansia, però siccome l’Italia adesso è il terzo Paese al mondo per numero di casi e non abbiamo ancora un paziente 0, sarebbe opportuno valutare tutte le azioni preventive possibili. Una via può essere quella di limitare il numero di accessi. Peraltro questo è il periodo di picco influenzale e da tempo forniamo le mascherine ai visitatori per entrare. In questo momento, si fa anche fatica a reperirle…”.
Poi conclude: “Non bisogna né minimizzare né allarmare, al momento il limite degli accessi è tutto quello che si può fare a tutela di tutti. Non abbiamo nemmeno sospetti, perché se così fosse non potremmo nemmeno averli qui. Ritengo che questo tipo di provvedimenti debbano essere presi in presidi come il nostro, dove ci sono molti anziani che tossiscono e scatarrano. In ogni caso manterrò la disposizione del limite di una visita per volta a paziente“.