“Noi siamo gli eroi di questa Italia. Tutti noi trasciniamo un carro sgangherato a forza. Siamo dei cavalli da soma, è nella nostra indole, ma non possiamo più trainare da soli. Le Partite Iva sono per il Governo delle vacche da mungere. Dobbiamo cambiare il sistema italiano che ci sta distruggendo. Come immagine dinanzi a noi abbiamo tutte quelle partite Iva che non ce l’hanno fatta e si sono suicidate”. Sono stati drammatici, ma veritieri i toni all’Auditorium Santa Chiara a Foggia per il primo incontro Ufficiale Provinciale tra il Direttivo Nazionale dell’Associazione “Partite Iva insieme per cambiare” ed il Popolo delle Partite Iva di Commercianti, Imprenditori, Liberi Professionisti. Un gruppo nato su facebook lo scorso 12 novembre del 2019 da un commerciante di Monopoli, Giuseppe Palmisano, che oggi conta di un Direttivo, Uno Statuto, una serie di punti cruciali da trattare, e circa 300.000 iscritti Facebook.
L’Associazione è divisa per Regioni, ed il Gruppo Puglia conta ad oggi, più di 4800 iscritti, crescendo di circa 1000 iscritti alla settimana. La responsabilità del coordinamento del Gruppo Regionale è stata affidata a Muzio Maselli, ingegnere ed imprenditore di Foggia, coadiuvato da Rappresentanti provinciali, che garantiscono la capillarità sul territorio. Maselli ha raccontato la sua esperienza: sposato ad una olandese, decise anni fa di ritornare a Foggia da Amsterdam. Oggi la crisi lo attanaglia.
L’estetista oncologica Loreta Ricotta è la coordinatrice per la città di Foggia. L’associazione, come si è detto più volte oggi, è apartitica, ed ha come scopo primario la riduzione del carico fiscale sulle partite Iva in genere. Tuttavia la forza sembra essere quella dei gilet gialli francesi, il popolo delle Partite Iva sa di essere il perno su cui gira l’Italia, quella piccola e media impresa che offre liquidità al Pil del Paese. A Foggia c’è stata la terza riunione nazionale, la partecipazione non è stata elevatissima. In tempi di Coronavirus anche al Sud la gente si muove poco.
“Possibile che lo Stato non ci dà una mano? Noi vogliamo ridare la dignità alle partite Iva, ne va del nostro orgoglio. Dobbiamo arrivare al tavolo del governo dobbiamo essere bravi a sederci coi politici per discutere non perché ci devono dare la caramella. Diamo 60 giorni di tempo sennò blocchiamo l’Italia. Cosa ci ha dato la politica? A noi nulla. Dobbiamo cambiare con una rete capillare. Ci dobbiamo riprendere tutto”.
Sono 13 punti da portare al governo, quasi tutti vertono sul carico fiscale e sugli acconti Iva, ormai insostenibili per molti. I punti sono: la riduzione spesa pubblica e sprechi; riduzione del prelievo fiscale e contributivo al 30-35 % globale per le imprese di ogni categoria, con minimo fisso; abolizione studi di settore, ISA con determinazione del reddito analitico; revisione statuto contribuente e sua effettiva applicazione; reddito minimale imprese per 15-20.000,00 per un periodo di 2 anni da integrare in caso di mancato raggiungimento a carico dello stato; riduzione contributi lavoratori dipendenti e autonomi con riduzione pensioni d’oro e sprechi pubblici; sistema di protezione del reddito in caso di malattie o altri problemi gravi del lavoratore autonomo; applicazione di imposte in modo uguale per i paesi membri della comunità europea e web tax al commercio on line; riduzione aliquote iva ; eliminazione acconti iva altre imposte dirette; lotta alla burocrazia, revisione sistema agevolazioni creditizie alle imprese; tracciabilità dei prodotti made in Italy; innalzamento limite contanti, abolizione obbligo del pos e delle ganasce fiscali, impignorabilità dei conti correnti.
“Vedo giovani che trovano tante difficoltà per mettere su una impresa – ha detto il vicepresidente Francesco Tribuzio -. Dobbiamo andare avanti in maniera ferma e decisa organizzata. Non ho bisogno di manifestare la mia rabbia in una piazza. Non abbiamo tanto tempo, abbiamo bisogno di essere una forza per andare a dettare legge al governo. Noi siamo la spina dorsale del Paese. Quante persone lavorano grazie al nostro indotto? Sono circa 4 milioni le Partite Iva in Italia. È un dato asettico. Quante partite si sono dovuti aprire una azienda senza avere né arte né parte. Ormai lavoriamo per pagare i debiti che produciamo. Le partite che riescono a fare qualcosa sono quelle artigiane che hanno ancora un piccolo margine, ma arriveranno a massacrare anche loro. Dobbiamo intercettare anche tutte quelle persone che hanno ancora un lavoro che ma che dovranno aprire una partita Iva per inventarvi un lavoro. Le Partite Iva sono per il Governo delle vacche da mungere. Dobbiamo cambiare il sistema italiano che ci sta distruggendo”. A l’Immediato Tribuzio ha evidenziato le sue difficoltà di commerciante di cialde per il caffè. Nel mercato reale una cialda costa 35 cent, ma su Amazon e Alibaba arrivano a costare solo 3 cent. I portali web però non vivono il suo stesso carico fiscale. “Siamo vacche da mungere, siamo sfiniti dalla tassazione”.
Dal pubblico, dove l’unico politico presente era l’avvocato Luigi Miranda, sono arrivate tante testimonianze.
Commossa Stella, con una caffetteria in un corso della città. “Avevo 2 dipendenti, si sono trasferiti all’estero. La nostra città è difficile, è sui giornali per mafia: a 20 metri da me ha aperto un altro bar, ma da noi c’è tanta concorrenza sleale”.
“Non sei più sola Stella, oggi le Partite Iva hanno una spalla cui appoggiarsi”, è stato l’incitamento di Palmisano.