Gli agenti della squadra mobile di Foggia hanno notificato una misura cautelare in carcere nei confronti di Tommaso Alessandro D’Angelo, 34 anni con precedenti penali (fu arrestato due giorni dopo la strage di San Marco), per gli inquirenti vicino al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, accusato di essere il mandante dell’estorsione avvenuta il mese scorso ai danni del titolare di un negozio di casalinghi che si trova in una zona non lontana dal centro cittadino. In quella circostanza vennero arrestati due 18enni foggiani incensurati. Il 34enne era già ai domiciliari per reati in materia di armi e droga. Contro di lui ci sarebbero contatti telefonici con i due 18enni, anche poco prima di ritirare il pizzo, e intercettazioni ambientali in carcere.
Lo scorso primo dicembre, uno dei proprietari del negozio, nel rincasare aveva trovato posata sul proprio portone una busta contenente una lettera minatoria nella quale si richiedeva la somma di denaro, come “polizza assicurativa”. Sempre nella missiva veniva specificato che l’emissario si sarebbe presentato presso il locale per il pagamento simulando l’acquisto di 5 buste per lettere. In effetti la sera del 5 dicembre scorso un giovane è entrato nel negozio per ritirare le 5 buste all’interno delle quali erano state inserite 2 banconote da 100 euro. All’uscita i poliziotti hanno sorpreso ed arrestato in flagranza di reato i due ragazzi che stavano controllando il contenuto delle buste. Il D’Angelo arrestato oggi non ha parentele con Roberto D’Angelo, vittima di agguato lo scorso 2 gennaio in viale Candelaro.