Un 2019 positivo per Confcooperative Foggia che nell’ultimo anno ha deliberato l’adesione di 16 nuove cooperative. 350 gli associati, con una flessione nel segmento edile, che ormai si dedica all’habitat e ai servizi per il coabitare dal momento che solo alcuni consorzi sono ancora in attesa di costruire. I settori più presenti sono l’agricoltura, il sociale e i servizi socio sanitari, che presentano realtà che hanno saputo imporsi nel Mezzogiorno.
Alla conferenza stampa di fine anno insieme allo storico presidente Giorgio Mercuri, il cui mandato scade nel 2020, il direttore Matteo Cuttano, il comunicatore Mimmo Cicolella e gli imprenditori Michelangelo Rubino e Carla Calabrese, Giannicola De Leonardis e Mario De Angelis.
“È stato un 2019 in cui non è cambiato nulla, è stato un anno transitorio, ci aspettavamo il Psr, ma siamo al palo, c’era la lotta spietata al caporalato, ma ahimè non si è realizzato quasi nulla con i centri per l’impiego. Credevamo a fine 2018 che avremmo debellato le false cooperative e invece ci sono ancora scandali. Chiudiamo un 2019 senza svolte, è rimasto tutto com’era”, dice senza mezzi termini Mercuri.
A l’Immediato il presidente confessa che il flop del PSR regionale viene quantificato con un -40 per cento di redditività potenziale per le imprese agricole, i cui investimenti a finanza pubblica agevolata sono fermi al 2015. Tutta la politica dell’agroalimentare soffre lo stallo del PSR.
“Ancora non abbiamo una visione su come debbano essere spesi i soldi, inizia una nuova campagna elettorale, ma la Regione deve dare dei risultati altrimenti ha solo bloccato lo sviluppo”.
Fatturato invariato in campagna, pur in presenza di maggiori volumi di grano pomodoro e ortaggi. Il 2019 ha visto produzioni più alte, ma le cooperative non hanno modificato i loro bilanci.
Mercuri è stato molto netto sul tema occupazionale. “Credo fortemente nella necessità di creare lavoro. Abbiamo un problema serio: aumenta la disoccupazione giovanile, ma abbiamo creato sostegni sociali, come il reddito di cittadinanza e disoccupazione. Sono sostegni che non ci danno prospettiva. Le imprese hanno bisogno di personale, non è un caso che ci si serva del caporale, che oggi lavora su tutti i settori. Alcuni lavori sono rifiutati dagli italiani. Nelle cucine dei ristoranti sono tutti stranieri”.
Il reddito di cittadinanza ha creato nuove aspettative? Si scelgono gli stranieri perché solo loro accettano di essere sottopagati? Il presidente rifugge questa narrazione.
“Oggi lo straniero guadagna più di un italiano- ribatte alla nostra testata- Non c’è nessun vantaggio ad avere uno straniero, un’azienda rischia di formare delle persone che poi vanno via. La verità è che ci sono alcuni lavori che gli italiani non vogliono fare”.
Eppure la Capitanata conta 20mila braccianti che prendono la disoccupazione agricola. L’anomalia è tutta qui secondo Mercuri.
“C’è un altro aspetto- ha aggiunto- C’è la frontiera 4.0 con l’innovazione, il settore agricolo ha bisogno di persone che siano preparate per affrontare la sfida dell’innovazione. Ma non abbiamo giovani che hanno competenze tali.
Abbiamo bisogno di professionisti e non di apprendisti. Servono in campo il tecnologo, l’agronomo, i commerciali, persone con la conoscenza delle lingue. Il lavoro c’è bisogna decidere come inserirsi. Il reddito di cittadinanza non ci aiuta perché ha tolto anche quelle poche braccia che volevano aiutare questo territorio”.
Il 2020 sarà l’anno del cambiamento alla guida di Confcooperative, Mercuri che ha altri tre anni da svolgere alla guida nazionale di Fedagri potrebbe essere riconfermato per il suo quarto mandato da 4 anni, ma ha scelto di non accettare di proseguire.
“Dopo 14 anni, entrai per due anni al mandato di De Leonardis, è giusto rinnovare altrimenti il nome della presidenza copre l’organizzazione”.
Entro fine febbraio ci sarà l’assemblea territoriale, la base associativa sceglierà. I nomi che possono sostituire Mercuri non mancano. Dal giovane Raffaele De Nittis, consigliere camerale, a Carla Calabrese, passando per Mario De Angelis, Sario Masi e Antonio Gargano.
“Abbiamo 2 settori: turismo e agricoltura, crescono in volumi ma non in fatturato. I dati del caporalato e della sicurezza e delle classifiche danno un percepito negativo della nostra provincia. Un’impresa che parte da Foggia e vuole presentarsi altrove vive una difficoltà enorme. Acquistare prodotti agricoli da un territorio come il nostro è sempre un rischio, i gruppi fanno fatica per via della certificazione.
Dobbiamo vincere questa sfida contro l’illegalità, che non può essere delegata alla magistratura. È una intera cittadinanza che si deve ribellare. Ci siamo adeguati ad un tema che crediamo che non ci riguardi, ma invece se cominciano a soffrire i nostri settori trainanti tutti subiranno”. Il riferimento è all’Antica Cantina, socia Confcooperative.
“Se vengono meno quei settori rischiamo di non avere un futuro, qualcosa si sta facendo, ma quello che facciamo è meno percepito di quello che accade e degli atti criminali. C’è un grosso lavoro per creare la sicurezza, ma è ancora troppo poco percepito. Sul caporalato è passato un altro anno, ma le condizioni affinché non si chiamino i caporali non sono state create. C’è una debolezza delle istituzioni. Il tempo passa e le imprese creano sempre più fatica a creare lavoro e ricchezza. Quando andiamo lontano siamo italiani e siamo considerati, più vicino quando individuano da dove arriviamo facciamo fatica”.
È per questo che è in via di redazione il codice etico con un bollino fortemente voluto da Michelangelo Rubino.
“Sono arrivato qui come un principiante, conoscevo bene l’agricoltura ma non gli altri settori, sono cresciuto in Confcooperative. È un lavoro di squadra, che si è costruita in questi anni. Mi auguro che la cooperazione possa diventare un modello di impresa. Gli imprenditori singoli hanno sempre perso, le cooperative restano al passaggio generazionale. Il Trentino è di esempio in tutti. Si può fare tanto”.
Mercuri ha anche detto la sua su Fabio Porreca e Alberto Casoria.
“Quella di Porreca in Camera di Commercio è stata una presidenza difficile ed autorevole, ha saputo far quadrare il bilancio. La sua scelta per me è stata una sorpresa. Siamo arrivati alla nomina di un esponente di una categoria, riteniamo che Confcommercio debba procedere col suo nome”, ha evidenziato confermando l’alleanza pro Damiano Gelsomino.
Quanto al GAL, ha specificato che fare la corsa alle poltrone non è opportuno. “Casoria ha lavorato benissimo sul Gal ma le notizie che venivano fuori potevano creare difficoltà all’immagine di uno strumento prezioso. Casoria è stato il miglior presidente che potessimo avere per 19 lunghi anni”.