La signora Rosy ha un negozio di abbigliamento di marchi eleganti in prossimità del Duomo di Lucera. Ha l’unica colpa di avere un nome nel brand molto simile a quello dell’attività dove è stata uccisa a bastonate la gattina dalla commerciante settantenne.
Dal giorno del fatto, per una associazione errata riceve minacce di ogni genere e messaggi di morte. Insulti di una violenza e di una volgarità indicibili, che coinvolgono anche la piccola figlioletta.
La signora si è subito rivolta al sindaco Antonio Tutolo e ha denunciato il caso alla polizia postale, che ha ricostruito la fitta rete di animalisti che include attivisti da tutta Italia. La signora infatti riceve ancora oggi, ad equivoco risolto, messaggi vocali da persone arrabbiate con accenti e cadenze di ogni regione italiana.
“La mia colpa è l’omonimia e l’avere una pagina social dove per lavoro avevo lasciato il mio numero di cellulare, hanno fatto un collage e mi stanno rovinando la vita. Ho paura. È incredibile quello che mi stanno facendo, sto subendo un danno di immagine enorme”, rileva a l’Immediato.
Accanto a lei il primo cittadino, che l’ha difesa col suo stile, senza risparmiarsi.