Per Angelo Cera nulla da fare. L’ex parlamentare di San Marco in Lamis deve restare ai domiciliari. Lo ha stabilito il gip del Tribunale di Foggia Armando Dello Iacovo che ha rigettato la richiesta di revocare la misura cautelare al noto politico. Cera fu arrestato insieme al figlio Napoleone (quest’ultimo tornato in libertà) il 17 ottobre scorso con accuse di pressioni su dirigenti del Consorzio Bonifica di Capitanata per l’assunzione di alcune persone a lui vicine. I due erano inizialmente sotto inchiesta per tentata concussione poi il Tribunale del Riesame aveva riqualificato il reato in tentata induzione indebita a dare o promettere utilità.
Per i legali, i domiciliari non erano più necessari anche perché Cera si è ormai dimesso dal ruolo di coordinatore provinciale del’UdC, revocando il contratto di affitto dei locali usati come segreteria politica.
La Procura di Foggia aveva dato parere negativo e dello stesso avviso è stato il gip, perché dimissioni e revoca dell’affitto del locali “non sono idonee – ha precisato – ad attenuare o far venir meno il rischio della recidiva nella misura in cui fu lo stesso Cera, nell’interrogatorio di garanzia, ad affermare e rivendicare una concezione della politica fatta ‘per la gente tra la gente’, quindi pratica sostanziale e avulsa da incarichi formali e/o titolarità di immobili specifici”.