Sono al lavoro nei vari centri per l’impiego pugliesi i 248 navigator, di cui 9 nella città capoluogo e 41 nell’intera provincia di Foggia. Negli uffici di via San Severo da ieri, le 8 navigator (si attende il nono e unico uomo), dopo il corso Arpal, stanno svolgendo la prima fase di dialogo, confronto e contatto con i percettori del reddito di cittadinanza. Per la sola città di Foggia i navigator hanno convocato 2356 percettori di reddito di cittadinanza sul totale dei quasi 4mila beneficiari in città. La restante parte – si tratta di persone in là con gli anni o persone con nuclei familiari dove ci sono anziani e disabili – dovrebbe essere convocata dal Comune di Foggia per l’avvio di un patto sociale e l’inserimento nei lavori socialmente utili.
Questa mattina c’erano molte persone in fila in attesa di avere il proprio colloquio con gli 8 navigator, dopo aver già redatto nei mesi scorsi, entro i 30 giorni dal primo bonifico statale, il patto di servizio al centro per l’impiego. A tutti i soggetti che dovranno aiutare i disoccupati nella loro allocazione occupazionale è stato fatto divieto di parlare con la stampa. I navigator non possono parlare né rilasciare dichiarazioni e impressioni sul loro lavoro, ma noi de l’Immediato, grazie all’aiuto del viceresponsabile del CPI Gino Inneo, abbiamo raccolto qualche storia tra l’utenza, tutte rigorosamente anonime.
In questa prima fase il navigator fa una prima scrematura per capire la qualifica del possessore di scheda gialla reddituale, la vecchia social card, la sua disponibilità lavorativa e le eventuali limitazioni, ossia la presenza di bambini sotto i 3 anni o di anziani e/o disabili.
“Ci hanno convocato per essere collocati, prendo il reddito da marzo 2019, sono un tecnico informatico. Da tre anni sono disoccupato, ero un ex dipendente comunale, sono stato licenziato”, rileva un uomo over 50. Faceva parte del gruppo dei furbetti del cartellino? “Non mi definirei un furbetto, sono stato solo sfortunato. La mia posizione è diversa rispetto a molti altri, non ci sono indizi sulla mia presunta colpevolezza. Lavoravo al Comune, facevo il mio dovere”.
È disposto a spostarsi per lavorare? Con la sua qualifica potrebbe essere presto ricollocato? “Non so, in questa prima fase ci sarà una scrematura, vivo con mia madre disabile, è possibile che, in base ad esigenze familiari o all’età, grazie al patto di lavoro possiamo essere esonerati dal migrare in altri territori”.
Giulia (nome di fantasia, ndr) ha 2 bambini piccoli. È una giovane moglie disoccupata, suo marito ha fatto lavoretti saltuari senza contratto dal 2010 al 2018, quando è stato assunto in una cooperativa dell’outsoucing di Alenia. Oggi ha un contratto trimestrale di 1100 euro mensili, che scade a dicembre 2019, ma che potrebbe essere rinnovato.
“Prendo 200 euro col reddito di cittadinanza, paghiamo 450 euro d’affitto. Alla navigator abbiamo detto che il suo contratto è in scadenza. Io spendo tutta la carta per i bambini, in farmacia e in prodotti per l’infanzia. Mi hanno chiesto la disponibilità, ho la licenza media fino a quando la bambina non supera i tre anni posso fare un part time. Dopo i 3 anni si presume che la piccola possa andare all’asilo comunale”. Come è stata valutata la precarietà di suo marito? “Per ora è una fonte di reddito”. “Io mi auguro con tutto il cuore che il contratto possa essere rinnovato”, rileva il giovane padre.
Un altro gruppo familiare attende. A percepire il reddito di cittadinanza è il padre 58enne. Ma la navigator ha convocato il figlio trentenne a carico del nucleo familiare composto da tre persone e disoccupato. “Mia moglie ha il 70% di invalidità, abbiamo fatto ricorso perché la sua invalidità supera il 90%. Oggi prendiamo 900 euro di reddito di cittadinanza, io sono un manovale e mio figlio è disoccupato, spero che il lavoro lo trovino a lui”.
“Sono un grafico multimediale, regolarmente diplomato. Sono disposto a trasferirmi ovunque, ovviamente sempre col mio cagnolino”, spiega.