È dentro Coldiretti che molti scovano gran parte dell’attivismo politico e una possibile classe dirigente che possa contrapporsi, da destra, a Michele Emiliano.
Mentre da Napoli, dalla convention pentastellata, Beppe Grillo invita a stoppare “i piagnistei sull’alleanza col Pd” e quindi ad elaborare accordi anche sul piano locale, a Cernobbio il premier Giuseppe Conte è stato accolto al Forum della Coldiretti dove gli è stata la tavola con i cibi più pericolosi, provenienti soprattutto dall’estero, a fronte dei numerosi allarmi che sono scattati nel 2019.
Alla cena presenti e selfati anche alcuni delegati pugliesi e tra questi Patrizia Lusi, da poco nominata dal presidente Emiliano esperta di politiche rurali in Puglia insieme a Ninni Borzillo, presidente della rete dei Consorzi regionali e al presidente della Camera di Commercio di Foggia Fabio Porreca, da sempre molto legato alle organizzazioni agricole Coldiretti e anche Confagricoltura.
È però proprio da Coldiretti che Giorgia Meloni insieme a Raffaele Fitto potrebbe pescare il candidato presidente della coalizione del centrodestra, checché ne dica Luigi D’Eramo della Lega. Le frizioni calabresi delle ultime ore non aiutano la compattezza del centrodestra, ma i meloniani hanno individuato nel presidente regionale di Coldiretti, Gianni Cantele, cantiniere e potente imprenditore del salentino, un possibile candidato presidente. Cantele, come si ricorderà fu il primo ad attaccare ferocemente le politiche dell’allora assessore all’Agricoltura Leo Di Gioia e a pretenderne le dimissioni. Da sempre si è caratterizzato come una spina nel fianco del Governatore. La Coldiretti del resto nei tempi gialloverdi era diventata quasi il braccio armato nei campi della Lega. E anche in Capitanata ci sono dirigenti Coldiretti, come Guido Cusmai, fratello del segretario leghista Daniele, che non fanno mistero della loro appartenenza politica. Cantele accetterà?