A Cerignola, la squadra mobile di Foggia, il commissariato locale e del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Meridionale”, nell’ambito di mirati controlli volti al contrasto dei reati contro in patrimonio e, in specie, i furti di autovetture, hanno tratto in arresto per il reato di riciclaggio due italiani, 58 e 30 anni con precedenti specifici ed un bulgaro 41enne, incensurato.
Avvalendosi del sistema Mercurio che, come noto, offre una risposta in tempo reale alle interrogazioni in banca dati, i poliziotti hanno individuato un noto pregiudicato per reati contro il patrimonio a bordo di una Fiat 500 L che risultava rubata a Troia ad inizio mese.
L’esperienza investigativa ha portato subito gli operanti a sospettare che il soggetto a bordo dell’auto rubata stesse cercando di “piazzarla” sul mercato illecito. Tale intuizione si è rilevata più che fondata in quanto, dal successivo servizio di osservazione e pedinamento, è emerso che la 500 L stava entrando in una autorimessa in via Ofantina a Cerignola, seguita, a breve distanza, da una Volkswagen Polo guidata da una donna.
Valutata l’opportunità di effettuare un controllo nell’autorimessa e predisposto il dispositivo di rinforzo in funzione di chiusura delle vie di fuga, gli agenti hanno fatto ingresso nell’area.
La scena apparsa agli occhi degli investigatori ha confermato tutti i sospetti: i presenti, infatti, alla voce “polizia”, sono scappati, tra cui, in particolare, i due operai che erano già intenti nell’operazione di “taglio” della Fiat 500 L, entrambi prontamente bloccati. L’attività di ispezione dell’autovettura, nonché la perquisizione dell’intera area hanno dato contezza di una vera e propria centrale di riciclaggio.
Da un lato, l’autovettura si presentava già con il pannello e la targa posteriori rimossi – atti tipicamente prodromici all’intento di occultamento della provenienza illecita del bene; dall’altro lato, disseminati per l’intera area sono stati rinvenuti 12 pezzi tra centraline, cambi e propulsori, alcuni con la matricola dolosamente abrasa.
Alla luce del quadro probatorio emerso il pregiudicato che aveva portato la 500 L all’autorimessa ed i due operai che erano stati colti nella flagranza degli atti volti a “ripulire” il provento di furto sono stati tratti in arresto per il reato di riciclaggio. Tutti i pezzi “scottanti” , invece, attribuiti al titolare dell’autorimessa deferito all’autorità giudiziaria in stato di libertà per i reati di ricettazione e riciclaggio.
Un’altra segnalazione è stata fatta per la donna, poi rivelatasi la compagna del pregiudicato a bordo della 500 L, che aveva seguito l’auto rubata per poi offrire un mezzo “pulito” con cui lasciare il deposito insieme al compagno.