Marco Raduano verso il processo per droga, con l’aggravante della mafiosità. I pm della DDA di Bari si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio per traffico di stupefacenti e armi, reati aggravati dal metodo mafioso, a carico del boss viestano Marco Raduano, classe 1983, detto “Pallone”, attualmente in carcere a Nuoro. Alla sbarra anche Liberantonio Azzarone di 29 anni, nipote del capoclan, e il 26enne Gianluigi Troiano. Tutti viestani, già detenuti. Ai tre, i pm contestano di essersi associati con altre persone “in numero superiore a 10 per trasportare, occultare e detenere per cederli a terze persone diversi quantitativi di cocaina, hashish e marijuana”.
A Raduano si contesta d’essere al vertice del gruppo di trafficanti di droga: “Promuoveva, dirigeva e organizzava l’associazione e le attività illecite procurando da Cerignola lo stupefacente da smerciare a Vieste, a tal fine mantenendo i contatti con fornitori e intermediari; interagendo con altre organizzazioni criminali cerignolane; procurando e individuando i mezzi per il trasporto dello stupefacente; coordinando i profili finanziari delle operazioni, corrispettivi per i sodali; raccordandosi sistematicamente a livello operativo per svolgere questa attività con gli altri indagati; e stabilendo inoltre personalmente termini e modalità di realizzazione delle diverse operazioni di acquisto e distribuzione della droga sul mercato viestano”.
Il nipote Azzarone avrebbe invece “fornito direttamente lo stupefacente agli spacciatori al dettaglio, contribuendo a decidere e controllare i termini e le modalità delle diverse operazioni di rifornimento; curando la gestione finanziaria col recupero dei proventi dello spaccio, sostituendo Raduano quando era detenuto o in ospedale. Invece Gianluigi Troiano avrebbe “garantito un costante appoggio logistico, individuando i luoghi idonei per l’occultamento di ingenti quantitativi di droga da immettere sul mercato viestano, come successo in occasione del maxi-sequestro di 152 chili di marijuana dell’ottobre 2017, e agendo in costante contatto operativo con Raduano”. I reati sono aggravati dal metodo mafioso e dall’ingente quantitativo di droga trafficata. (Nella foto in alto, Raduano, sotto, da sinistra, Azzarone e Troiano)