L’avvocato Innocenza Starace torna alla carica contro l’Immediato. Dopo il buco nell’acqua della denuncia contro l’Immediato, scaturito dal procedimento riguardante l’articolo sulla condanna per violenze sessuali nei confronti del ballerino Mangano, suo assistito, ora l’ex assessore e legale sipontina replica così alla notizia di pochi giorni fa, quella sull’intercettazione ambientale in carcere tra il noto pregiudicato Tommaso Tomaiuolo e sua madre. Tramite il proprio legale, la Starace scrive:
“Io, avvocato Innocenza Starace dichiaro di non aver niente a che fare con la mafia. Non sono imputata né indagata in alcun processo e non sono il difensore del signor Tommaso Tomaiuolo. A seguito di un ulteriore incontro con la Direzione Distrettuale Antimafia posso sostenerlo con certezza. Come con certezza affermo che non esistono segnalazioni a mio carico di violazioni deontologiche. La captazione ambientale di cui 1’Immediato.net scrive, avviene tra due persone che non hanno nulla a che fare con me e a cui non posso impedire di parlare di me, come purtroppo non ho potuto impedire alla testata giornalistica di parlare malamente di me. Nei miei 33 anni di professione non ho mai portato informazioni per conto di nessuno a nessuno. L’articolo è volutamente fuorviante e fa pensare che io abbia un ruolo in questa captazione, che come detto, non mi riguarda. Agirò in tutte le sedi legali consentite per ottenere la punizione di tutti coloro che hanno ritenuto con determinazione di infangare la mia persona. Chiederò la punizione ed il risarcimento del danno nei confronti della testata giornalistica e di tutti coloro che hanno condiviso e commentato la notizia dandola per vera, senza esercitare alcuna verifica di quanto veniva scritto. La redazione ha volutamente creato confusione tra il ruolo dell’avvocato e quello dei clienti”.
E prosegue: “Durante tutta la mia lunga carriera ho difeso qualunque persona si sia rivolta a me e mi abbia retribuito. Il diritto alla difesa garantito dalla Costituzione. Non temo affatto il vaglio della Commissione d’inchiesta della Prefettura di Foggia sulle possibili infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione del Comune di Manfredonia, perché sono certa che avranno la cultura e l’intelligenza per comprendere il ruolo dell’avvocato. Invierò il presente comunicato alla redazione de l’Immediato.net con richiesta di rettifica immediata e chiedo un ravvedimento operoso a tutti quelli che, tratti in inganno dall’articolo, hanno condiviso lo stesso o lo hanno commentato. Ovviamente ho già rappresentato quanto accadutomi agli organi competenti e invierò mie note anche alla Commissione di indagine. Voglio sottolineare che mai, nella mia vita, ho subito un simile vergognoso attacco personale. Nonostante ciò assicuro che continuerò nel mio impegno professionale, civile e politico, per il bene comune, l’ambiente e la giustizia sociale, pertanto non mi sento assolutamente un ex e non sono perduta!”
La Starace, che nel frattempo si fa anche intervistare da un collega e dichiara che è in corso un attacco contro l’intera categoria (il caldo estivo comincia ad incombere), preannuncia querele contro tutto e tutti, anche nei confronti di coloro i quali hanno commentato e condiviso la notizia sui social, ma soprattutto nega alcun contatto con Tomaiuolo: “La captazione ambientale di cui 1’Immediato.net scrive, avviene tra due persone che non hanno nulla a che fare con me“. A questo punto la nostra testata con un ulteriore inedito, ancora una volta, sbugiarda l’ex assessore comunale e avvocato la quale nell’affermare le proprie ragioni mente sapendo di mentire, se si considera che il giovane pregiudicato diede mandato di difesa proprio alla Starace. Infatti nel riquadro sotto, ecco la documentazione giudiziaria dove si evince il rapporto di fiducia tra i due.
Inoltre l’ex assessore del Comune di Manfredonia tira in ballo la Direzione Distrettuale Antimafia che mai potrebbe segnalare o aggiornare l’avvocato circa le inchieste contro i clan mafiosi. Nè lo stesso Ufficio potrebbe mai rivelarle se sia o meno indagata: se fosse vero il contrario chiunque sarebbe legittimato a portarsi presso la Distrettuale Antimafia e chiedere notizie su indagini di mafia o su sé stesso.
In conclusione, questa testata non ha fatto altro che riportare una captazione ambientale, presente agli atti pubblici di un processo per strage mafiosa e giornalisticamente rilevante, nell’ottica della prosecuzione del racconto delle dinamiche criminali in provincia di Foggia. L’articolo ha solo rimarcato il vincolo associazionistico che legherebbe il clan Li Bergolis-Miucci evidenziando la stretta vicinanza tra il boss Enzo Miucci e il suo soldato di fiducia Tomaiuolo. E non è certo in questo ambito riportare e ricordare il plauso delle diverse testate giornalistiche nazionali e articoli nonché libri a caratura internazionale che citano gli scoop di questa redazione come autorevoli e pregnanti.
In quanto alla Starace, si è solo rimarcato il suo atteggiamento, in virtù della sua doppia posizione di rappresentante di una istituzione statale che sbandiera a piè pari il suo profilo di stretta aderenza ai principi di legalità e trasparenza, ma su cui incombe il più che fondato spettro dello scioglimento per mafia e di avvocato difensore di personaggi ritenuti di indubbio profilo criminale e mafioso. L’intercettazione in questione rivela fatti oscuri e ripugnanti e per cui non smetteremo mai di raccontare e cercare di far suscitare nei protagonisti, quantomeno, un moto di vergogna.