Franco Landella, sindaco di Foggia, riconfermato nella pazza notte dei festeggiamenti di ieri, si prenderà una breve pausa. Del resto è in campagna elettorale ininterrotta dall’inizio dell’anno, tra Primarie del centrodestra, primo turno e secondo turno. Un leone, l’hanno chiamato. Un uomo solo al comando.
Di certo ha dimostrato di avere una connessione sentimentale con la città, fuori dal comune. Grazie al premio di maggioranza scattano altri tre azzurri in Forza Italia e a Leonardo Iaccarino, Bruno Longo e Dario Iacovangelo si aggiungono Consalvo Di Pasqua, Pasquale Rignanese e Raffaele Di Mauro; +2 per la Lega che aveva già conquistato tre seggi e avrà in aula il campionissimo Massimiliano Di Fonso, Alfonso Fiore, Salvatore De Martino e le due donne Liliana Iadarola, Concetta Soragnese. Sono tre gli eletti in Destinazione Comune, Francesco Morese, Lucio Ventura e Anna Paola Giuliani, che la spunta e ha festeggiato moltissimo anche in Corso Garibaldi. Ben 3 ai Fratelli d’Italia con Gino Fusco, Erminia Roberto e Francesco D’Emilio; 2 alla civica Foggia Vince con Danilo Maffei, Paolo Citro (che nel 2014 era stato eletto coi civici di Leo Di Gioia). Scatta anche un seggio all’Udc con Antonio Capotosto.
Per l’opposizione sono 12 i consiglieri. Al centrosinistra andrebbero 9: il candidato sindaco Pippo Cavaliere, che prenderebbe il quarto seggio del Pd, e quindi 3 al Partito Democratico con Lia Azzarone, Michele De Vito e Alfonso De Pellegrino; 2 a La Città dei Diritti con Giulio Scapato e Anna Rita Palmieri, uno ciascuno a Senso Civico, Foggia Civica e Foggia popolare con Leonardo Di Gioia, Rosario Cusmai, Sergio Clemente. Nessun seggio per la lista di sinistra, non ce la fa a tornare in aula Marcello Sciagura. 3 gli eletti per il M5S: Giovanni Quarato candidato sindaco, Giuseppe Fatigato e Michele Norillo.
Nel frattempo è già totonomine per Franco Landella. I tre moschettieri delle Primarie dovranno adesso organizzarsi. Se per Luigi Miranda dovrebbe essere garantito il ruolo di vicesindaco con delega alla Sicurezza, resta il dubbio di Leo Iaccarino, che dovrà equilibrarsi con l’altro campione, Massimiliano Di Fonso per il ruolo di presidente del Consiglio. Uno dei due potrebbe preferire l’indicazione di un proprio referente in Giunta.
Dovrebbero essere riconfermati nell’esecutivo Francesco Morese, Claudio Amorese, forte del risultato del suocero Bruno Longo, Anna Paola Giuliani stimatissima assessora che tutti gli artisti e gli operatori vogliono di nuovo all’opera, il fidato Sergio Cangelli e uno tra Claudia Lioia o Antonio Bove, che non è scattato in consiglio.
Nella Lega c’è molto fermento: i due non eletti Paolino La Torre e un ritrovato Raimondo Ursitti, che ieri si è rivisto a Via Bari seppur non felicissimo, dal momento che la sua strategia leghista ha perso su tutta la linea a cominciare dalla debacle di San Severo, attendono di rientrare in consiglio comunale e anche di conseguenza in consiglio provinciale. Il loro ingresso potrebbe essere favorito dalla nomina di due assessori leghisti individuati in Concetta Soragnese e Salvatore de Martino. I due però, con il partito in poppa, potrebbero non accettare senza un patto scritto che impedisca a Landella di defenestrarli.
Tra i centristi sembra escluso il ritorno di Erminia Roberto, invisa anche al suo partito, dopo le ultime figuracce in campagna elettorale sull’affaire segretariato sociale.
Per l’Urbanistica qualcuno non vuole il ritorno di Ciccio d’Emilio, c’è chi preferisce un tecnico di alto profilo. Non mancano le ironie, con più di un velo di realtà: “Potremmo chiamare Augusto Marasco, sarebbe un buon colpo e un grande rientro a casa”.