Un vizio di notifica al codifensore dell’imputato ha fatto slittare al 15 luglio la prima udienza sulla strage di San Marco in Lamis. Il via era previsto oggi, in Corte d’Assise a Foggia. Il procedimento penale è quello a carico del 39enne di Manfredonia, Giovanni Caterino, al momento l’unico indiziato per il quadruplice omicidio del 9 agosto 2017. Un fatto di cronaca che scosse l’intera comunità alla luce delle uccisioni del boss Mario Luciano Romito, del cognato Matteo De Palma e dei due contadini Aurelio e Luigi Luciani. Tra le varie parti civili si costituiranno la famiglia Romito, i parenti dei Luciani, quelli di De Palma e il Comune di San Marco in Lamis. Lunga la lista delle parti offese, circa trenta persone.
Al momento, i riflettori sono puntati sul solo Caterino – presunto basista – mentre le indagini proseguono per identificare tutto il commando armato. Un altro uomo, fortemente sospettato, è stato ucciso ad ottobre 2017 ad Amsterdam. Si tratta di Saverio Tucci, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan dei montanari Li Bergolis-Miucci, lo stesso di cui farebbe parte Caterino.
Romito, ammazzato sei giorni dopo l’uscita dal carcere, sarebbe stato eliminato per la storica rivalità col gruppo di Monte Sant’Angelo e nell’ambito della guerra – tuttora in corso – per il controllo dei traffici di droga. Un conflitto senza precedenti, che vedrebbe coinvolti anche i clan foggiani e garganici, ingolositi dai pacchi di soldi incassati grazie al business “coast to coast” con l’Albania.