Chiede continuità per Franco Landella l’ospite d’onore, l’ex sindaco Paolo Agostinacchio alla presentazione del comitato di Bruno Longo in ticket con l’avvocato Sonia Ruscillo.
La campagna elettorale del sindaco uscente è molto agguerrita, nei toni e nell’energia. Anche Bruno Longo come Landella non ha evitato di attaccare frontalmente il maggior competitor, Pippo Cavaliere, candidato sindaco della grande coalizione di centrosinistra aperta ad apporti civici e di destra.
Netto il suo intervento. “Con le Primarie abbiamo ottenuto un grande successo. Oggi sappiamo chi non sta con noi, bene i salotti non stanno con noi. La classe che lavora, gli operai, il popolo stanno con noi. Non stanno con noi i salotti della borghesia parassitaria della città, che non produce nulla. Non sono con noi i vertici della chiesa e me ne dispiaccio perché io sono un credente, che da tempo immemore ha parlato di Dio Patria e Famiglia. Voglio porre come contraltare ai salotti la piazza, il popolo. Vorrei proporre la cultura del popolo, di chi produce. Non la cultura di chi critica sempre, senza sporcarsi tra la gente. È vero non c’è paragone tra Pippo Cavaliere e Franco Landella, perché Landella continua ad essere criticato tra la, Cavaliere aspetta i benefici della politica dal suo studio”.
Spira un grande vento di centrodestra, ha continuato, e occorre seguirlo anche a livello locale. Più politico l’intervento di Ruscillo, che ha sottolineato la coerenza della coalizione. “Dare coesione coerenza significa governare senza avere il timore che alcuni possano anteporre i propri interessi a quelli della città. Questa amministrazione ha lavorato con mille difficoltà, abbiamo avuto una lotta intestina. Vogliamo il ritorno al degrado con la sinistra? I 5 stelle li lascio alla polemica sterile”.
“Voglio ringraziare Paolo Agostinacchio e il consigliere più autorevole del consiglio comunale perché insieme hanno voluto donarmi un assessore capace e competente come Claudio Amorese. Mentre da assessore Cavaliere sbandierava il Piano per il commercio, c’è chi lo ha fatto quel piano, Claudio Amorese, ecco la differenza tra noi e loro. Lo chiamano centrosinistra extralarge, ma più che extralarge è una accozzaglia di gente che non ha avuto i propri desiderata. Qualcuno fa le conferenze sul Teatro, ma di chi è la colpa se ci sono i contenziosi? Del centrosinistra, che ha governato Foggia e lo ha tenuto chiuso per 9 lunghi anni. Potrei dire di essere fiero della qualità dell’offerta culturale, da tifoso dell’ampliamento dello stadio, ma la cosa di cui vado fiero in questi 5 anni è di aver risanato le casse. Non ho messo le mani in tasca ai cittadini a differenza del centrosinistra”, ha rimarcato Landella, annunciando presto la pubblicazione di un freepress, un “giornaletto”, con tutte le azioni fatte.
“Tante frasi sulla legalità, ma la legalità la si effettua. Come mai chi scrive di legalità non dice mai che era assessore con Mongelli e vicesindaco quando io ero ancora un ragazzo? Si vergogna di aver collaborato allo sfascio della città. Si presenta come il buon Samaritano ma deve rispondere dello stato di pre dissesto a cui hanno portato la città quelli del centrosinistra. Noi non abbiamo fatto una somma urgenza, questa è legalità”.
I debiti fuori bilancio, i contenziosi in 167 e la “manovrona” delle volumetrie disperse. Landella passa in rassegna tutti i nei delle passate amministrazioni targate Pd. “Dove stava il centrosinistra? Era impegnato nelle varianti urbanistiche, negli appalti dati agli amici degli amici. Il Natale ce l’hanno fatto ricordare tra i rifiuti, noi abbiamo acceso l’albero, noi abbiamo fatto tornare il sorriso, loro il buio. Si ripresentano gli stessi volti, dovete fare una scelta di campo vi dovete sentire protagonisti della città”.
Ne ha anche per i pentastellati, che definisce “incapaci di governare”. E per la Regione, rea di far morire Foggia “sotto l’emergenza abitativa”.
“Come può fare il sindaco uno che non è mai stato neppure consigliere comunale e non ha nessuna conoscenza della macchina burocratica. Io mi sono salvato grazie agli amici e alla conoscenza della macchina amministrativa e degli uomini delle stanze del palazzo”, è stata la conclusione.