Il sistema del consenso bloccato, i vecchi familismi, il rinnovamento, i campioni di consenso da 900 voti. “Vedeteli uno per uno, quali proposte hanno fatto per Foggia nella loro esperienza ventennale in Comune?”.
Sono tanti i temi coi quali esordisce il candidato sindaco al Comune di Foggia Giuseppe Mainiero, inaugurando lo spazio elettorale nei Quartieri Settecenteschi insieme al candidato consigliere della sua lista Foggia in testa Alfonso Buono, non senza scusarsi per aver chiamato l’elettorato nel giorno delle Palme.
Nel pubblico molti volti dei Fratelli d’Italia che non hanno condiviso la scelta di Giandonato La Salandra di sostenere prima il tavolo delle Primarie e poi Franco Landella. Da Jenny Moffa a Mino Berlingieri ed Ivan Russo. Con loro anche qualche uditore eccellente, come l’architetto Elio Aimola, ex presidente dell’Amica di Orazio Ciliberti.
“Quando una città è una palude sopravvivono solo gli alligatori, il gruppo conclamato di interessi è un alligatore sulla città. Vi sfido a verificare cosa hanno prodotto, il vuoto pneumatico. Noi per ogni servizio diremo cosa riteniamo di dover fare in modo che questa città non sia più la città di qualche amico, dei furbi. Lunedì chiamerò la Guardia di Finanza per l’emergenza abitativa. In questa città si volevano pagare i lavori del teatro due volte. Siamo arrivati nel punto più basso, poi ci sono gli effetti speciali, il concertino, ma la disoccupazione è ai suoi massimi storici. La nostra zona ASI aspetta una ridefinizione, che cosa ha fatto il Comune in questi 5 anni al di là di mettersi d’accordo con Riccardi? A Foggia non viene ad investire nessuno. L’Asi sembra un museo di archeologia industriale. Dobbiamo raccogliere le migliori intelligenze. Anzi la maggior parte non riesce a mettere in fila soggetto predicato”, la sua arringa.
“Voglio che la città si emancipi da un sindaco impresario. Foggia ha bisogno di una visione politica e di riscoprire le sue energie migliori”.
Cosa farebbe subito se fosse eletto sindaco? “Darei alle opposizioni le presidenze, col combinato disposto di Landella e Miranda, il consiglio è stato imprigionato. Hanno approvato un Dpp voluto da Mundi nel 2006. E poi opererei una assoluta rivisitazione dei capitoli di spesa, va modificato l’affidamento degli incarichi e degli appalti con la Stazione Unica Appaltante” , ha evidenziato a l’Immediato.
Fuori tutti, fuori chi? “Inauguriamo uno spazio elettorale che servirà come punto di ascolto e confronto con i cittadini. Presenteremo il programma e i candidati, in questo luogo parleremo ai cittadini e dimostreremo come abbiamo guardato in questi anni nella macchina amministrativa e come pensiamo di modificare il governo della città. Fuori chi? Fuori il sistema di potere e di governo che è sempre lo stesso da 20 anni, un sistema che non guarda alla città e alle sue potenzialità e che ha reso Foggia la città di pochi, con noi tornerà la città di tutti”.