Il sindaco di Foggia Franco Landella, preso dagli impegni a Roma per il Contratto Istituzionale di Sviluppo e dai tanti appuntamenti culturali da Medimex a Libando, non ha ancora avuto il tempo di delineare il contratto che gli chiedono gli alleati.
No a defenestrazioni assessorili arbitrarie, per evitare nuove fughe, no a squadre personalistiche in Giunta. Il sindaco dovrà coordinare tutte le sue scelte con i partiti politici. È un po’ questo il succo del documento che dovrà essere sottoscritto e il volere a cui il primo cittadino è chiamato a piegarsi se vuole vincere le elezioni contro i suoi diretti competitor, il pentastellato Giovanni Quarato e soprattutto l’ingegner Pippo Cavaliere del centrosinistra extralarge.
È per questo e anche per scongiurare ipotetici voti disgiunti di salotto che tutti i suoi giovani assessori e i vari nominati in questo o quell’ente o società partecipata, compresa Anna Paola Giuliani o ad esempio Giulia Panettieri del TPP o l’avvocato Sonia Ruscillo del CdA Amiu Puglia in ticket con Bruno Longo in Forza Italia, sono chiamati a candidarsi nelle varie liste civiche per ribadire il loro peso e giocarsi la loro riconferma nei diversi scranni.
Sulla spiaggia primaverile di Siponto c’è chi dà per scontato che gli stakeholders della città si siano già trasferiti con Pippo Cavaliere, forte di alcuni candidati dai cognomi altisonanti e con parentele illustri. Parrebbe aver scelto il centrosinistra anche Saverio Cassitti, delegato all’emergenza abitativa, deluso da alcune posizioni dell’assessore Antonio Bove.
“Ancora non si entra nel vivo. Si devono scaldare i motori”, spiega a l’Immediato l’assessore Francesco Morese, che sui social sta postando le macro di tutti i risultati raggiunti nei suoi 5 anni al governo della città. “La gente sta ancora un po’ così, in attesa. Io penso di non essere stato in Comune a far nulla, man mano che si delineano le candidature si avrà un quadro più certo. Noi che siamo ancora in carica, comunque dobbiamo sempre lavorare, non abbiamo il tempo come i candidati delle altre coalizioni di girare e di promettere la luna”.
Intanto ci sono frizioni con IdeA. Catia Loiacono (coordinatrice di Io Sud) che solo 10 giorni fa ha presenziato alla conferenza stampa con Paolo Dell’Erba, Lino Albanese e Gennaro Amodeo, è candidata in Forza Italia con bigliettini già stampati senza dire nulla ai partiti che si ritrovano sotto al bandiera di Gaetano Quagliariello. “Giochi di prestigio in vista del voto. Forza Italia sfila candidati alla lista di idea-moldaunia”, è l’accusa di Dell’Erba. “Ci lascia sbigottiti l’atteggiamento da parte di Forza Italia che, invece, di fare di tutto per sostenere alleati più piccoli e apparentemente più deboli cerca di danneggiarci arrivando a sfilarci anche i candidati. Siamo stati i primi a consegnare in forma scritta il nostro apporto al programma basato sul riconoscimento di un impegno importante in favore dell’agricoltura e dei piccoli commercianti, così come la condivisione della richiesta di referendum per Moldaunia. Mi sembra chiaro che non stiamo parlando più di aggregazione politica di centrodestra ma solo di simboli che sono gestiti da poche persone, sottomesse al volere di Landella”. “Il nostro raggruppamento non è una lista condominiale come qualcuno ha voluto etichettare”, ha commentato il coordinatore cittadino di IDEA Lino Albanese che poi ha aggiunto “la nostra lista presenta un programma preciso che riguarda tutto il territorio, che dovrebbe essere condiviso da destra a sinistra”.
Non vanno meglio le cose in casa Lega. Le fazioni sono sempre più agguerrite in vista delle Europee. Si favoleggia di un duro documento sottoscritto ieri sera contro il senatore salentino Roberto Marti, finito nell’inchiesta delle case popolari a Lecce. Marti sarebbe il principale sponsor e alleato in Salento, in funzione anti Caroppo, dell’imprenditore romagnol-lesinese Massimo Casanova, intimo amico del Capitano Matteo Salvini.
Nella Puglia del Sud stanno facendo di tutto per convincere Salvini, via Giorgetti, a non candidare Casanova, perché diretta emanazione in Salento di Marti, di cui molti nella Lega vogliono liberarsi.