Richieste di condanne per la vicenda dell’ex distretto militare di Foggia. La Procura ha chiesto due condanne a complessivi 5 anni di reclusione e un’assoluzione nel processo abbreviato a 3 ingegneri foggiani ex dirigenti del servizio lavori pubblici del Comune. I tre imputati del processo “Riconquista” sono accusati di abuso in atti d’ufficio e falso perché avrebbero indotto in errore il servizio economico-finanziario dell’ente, facendo addebitare per anni a Palazzo di città le spese di bollette di luce, gas e acqua degli “inquilini” (ritenuti abusivi) dell’ex caserma Oddone di via Fuiani, invece di farle pagare agli stessi abitanti della struttura. Il gup Maria Luisa Bencivenga, dopo requisitoria e arringhe di Comune costituitosi parte civile contro i tre imputati e arringhe dei difensori che chiedono l’assoluzione, ha rinviato l’udienza di un mese per la sentenza.
Il pm ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione di Fernando Antonio Biagini, 57 anni, che fu dirigente pro tempore del servizio lavori pubblici dal 2011 al 2014 quando si dimise in seguito all’ar- resto per concussione per una sto- ria di presunte mazzette; e quella a 2 di reclusione di Ferdinando Corvino, 67 anni, che fu dirigente dello stesso settore dal 2009 al 2010. Il pm ha invece chiesto l’assoluzione per il terzo ingegnere sotto processo, Potito Belgioioso, 68 anni, che diresse i lavori pubblici dal 2014 al 2015.
L’assoluzione di quest’ultimo è stata sollecitata dalla stessa accusa in quanto Belgioioso nel breve arco del suo mandato, pur firmando nella sua prima fase i mandati di pagamento, si attivò poi per far staccare l’energia elettrica a quegli inquilini che non avrebbero pagato di tasca propria l’Enel, e si attivò per l’installazione di contatori singoli nell’ex caserma.
Gli avvocati difensori hanno sollecitato al gup, depositando anche corpose memorie, l’assoluzione dei tre imputati, ribadendo quella che è la linea difensiva sin dal primo momento: fu una precisa scelta politica adottata per anni dalle varie amministrazioni comunali succedutesi negli anni, quella di addebitare al Comune le spese di luce, acqua e gas di chi occupava l’ex caserma Oddone, che era stata ceduta dal Demanio militare all’amministrazione comunale nel ‘99 per fronteggiare l’emergenza abitativa in città e sistemarvi (inizialmente) 13 famiglie di senza tetto e sfrattati.