Si è svolto dinanzi al giudice, Armando Dello Iacovo del Tribunale di Foggia il processo, con rito abbreviato, a carico di Darius Kazimierz Hodorowicz, accusato di omicidio con l’aggravante della premeditazione. L’accusa si riferisce al noto fatto di sangue consumatosi in agro di San Giovanni Rotondo il 6 marzo 2018. Un anno fa fu rinvenuto il corpo senza vita di Artur Prefeta, operaio polacco. Le indagini condotte dai carabinieri consentirono di appurare che si era trattato di omicidio.
La Procura di Foggia sottopose a fermo Damian Pawel Wasik, il quale chiamò “in correità” Hodorowicz, quale autore dell’omicidio. Dopo un anno di custodia cautelare in carcere, ieri è stato assolto con formula piena da ogni accusa. Nel corso del processo, il difensore di Hodorowicz, l’avvocato Lucia Murgolo ha provato l’assoluta estraneità dell’imputato, per cui era chiamato in correità, dimostrando la totale l’innocenza, ottenendo una sentenza di assoluzione “per non aver commesso il fatto”.
In quel caso, intervennero anche i carabinieri del Nucleo Sommozzatori di Pescara per ispezionare il fondale della vasca irrigua presente nell’azienda agricola teatro dell’omicidio. Nei fondali fu rinvenuto lo spezzone di un grosso cavo elettrico utilizzato per strangolare la vittima dopo averla tramortita con il batticarne.