Si è costituito nei giorni scorsi il Comitato per la Tutela e Valorizzazione Archeologica dell’area ex Ippodromo a cui aderiscono diverse associazioni della società civile foggiana, tra le quali: Associazione dei Consumatori “Adcua Onlus”, Associazione “Sani Stili di Vita” di Foggia, Associazione “Cittadinanza Attiva” di Foggia, ed altre, nominando Presidente, Walter Antonio Mancini.
La necessità si è venuta a creare, spiegano dal comitato in una nota, dall’evoluzione dei lavori riguardanti il parco archeologico Campi Diomedee che sull’area si vuole realizzare.
Ecco quanto si legge: “Si ricorderà che i lavori appena iniziati furono interrotti alla fine dello scorso anno per l’intervento della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, richiedente una proposta progettuale in variante, a tutela del Complesso Cavalli Stalloni e visto”…l’interesse particolarmente importante sotto il profilo archeologico per la presenza di un esteso villaggio trincerato di età neolitica…” riguardante l’intera area. Già alcuni anni fa un’operazione di scavo, fortemente voluta dai diversi cittadini mobilitati per l’area ex Ippodromo, portò esiti positivi con il rinvenimento di diversi reperti. Date le promesse, grande è stata la perplessità scaturita dall’analisi dei documenti riguardanti le varianti a cui la Direzione Generale Archeologica Belle Arti e Paesaggio dà il suo assenso. Si parla di stralcio della definizione progettuale della copertura a protezione dell’area archeologica, rinviandone la definizione agli esiti dei relativi scavi archeologici. Stesso dicasi per il centro documentale la cui configurazione spaziale e volumetrica potrà essere esaminata solo a seguito della verifica archeologica del sito. Nulla viene detto su come e quando scavi e verifiche verranno effettuati. Cosa resterebbe dell’attrattiva principale del parco?”. Concludono dal comitato: “I cittadini foggiani devono far sentire la loro voce ed impegnarsi in prima fila affinchè non vada perduta la memoria millenaria del nostro territorio. Non vogliamo che si consideri il caso parco solo luogo di scontri politici e di interessi di impresa”.