Lo scioglimento del consiglio comunale di Monte Sant’Angelo al centro dell’Ottavo Congresso italiano del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito. All’evento organizzato a Roma è intervenuto Antonio Di Iasio (nel riquadro in alto durante l’evento romano), ex sindaco del centro micaelico, ritenuto incandidabile dopo una lunga battaglia legale scaturita in seguito allo scioglimento del Comune nell’estate del 2015.
Durissime le sue parole durante l’intervento che ha tenuto nella Capitale: “Sono qui per parlare della storia di questo strano scioglimento – ha esordito -. Una storia nella quale non esiste né il diritto, né la persona, né lo stato di diritto. C’è solo la pena, senza possibilità di difesa. Gli amministratori non possono dire e fare niente. Un comune viene sciolto d’improvviso e non puoi sapere neanche il motivo. Viene tutto azzerato”.
Vano, secondo l’ex sindaco, ogni tentativo di fare ricorso: “I giudici sono convinti che le prefetture abbiano diritto sulla vita e sulla morte degli amministratori locali. Non c’è alcuna alternativa. Questo è molto grave. Le prefetture scrivono falsità – ha aggiunto Di Iasio –. La stragrande degli scioglimenti avviene per altri motivi. Sono operazioni spot, di propaganda, per dimostrare che le prefetture si danno da fare per combattere la mafia. La verità è che gli scioglimenti non producono nulla. Infatti, ci sono casi di scioglimenti duplici e triplici. E la gestione commissariale non è il massimo che un cittadino possa auspicare. A mio parere i giudici non leggono nemmeno le relazioni della difesa. Accettano quanto detto dalla prefettura”.
Poi conclude: “La sentenza del TAR su Monte è unica nel suo genere. È come se una persona venga condannata per omicidio solo perché lo ha detto il pubblico ministero. Un comune si scioglie sulla base di rapporti e frequentazioni tra politica e criminalità, ma la sentenza che riguarda il mio paese non cita neanche un’attività amministrativa compromessa. Di sentenze ne ho lette decine, altre, a torto o ragione, citano collegamenti con la criminalità ma quella su Monte no”. Infine, un ringraziamento a Radio Radicale: “Una voce libera che mi ha fatto sentire a casa”.